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Il Piccolo 17-01-2002

E il Comune che cosa fa? «Prenderemo una decisione - dice il sindaco Dipiazza - quando avremo predisposto il piano del traffico»

L'aria in città è satura di benzene

Rilevazioni effettuate però quando non c'era bora, che comunque pulisce tutto

L'aria che respiriamo è cattiva. Trieste, in base ai dati diffusi in questi giorni dal ministero dell'Ambiente, è la prima città italiana nella classifica predisposta prendendo in esame la presenza di benzene (ci sono 22,2 microgrammi per metro cubo, quando la soglia massima indicata dalla legge è di 10).

E' seconda, dopo la sola Torino, nella graduatoria che invece tiene conto del numero medio annuale di superamenti della soglia di 10 milligrammi per metro cubo di monossido di carbonio: 9 volte è accaduto per Trieste, 9,7 per il capoluogo piemontese. Non ci sono problemi invece per quanto concerne le micropolveri cosiddette «pm10», cioè quelle con un diametro inferiore ai 10 micron che, stando a quanto più volte affermato dall'Organizzazione mondiale per la sanità (Oms), sono la causa di quasi 3.500 morti l'anno in Italia (80mila in Europa). In ques'ultima classifica, Trieste non figura, mentre ancora una volta il triste primato va a Torino.

Ma cosa sono il benzene e il monossido di carbonio? «Sono entrambi il prodotto di una combustione imperfetta - risponde l'ingegner Giorgio Cappel, uno dei maggiori esperti in materia a Trieste - e sono pericolosi, in quanto del primo è comprovata la capacità di provocare tumori, mentre il secondo è altamente tossico. Va precisato però che le misurazioni effettuate dal ministero dell'Ambiente si riferiscono necessariamente a giornate nelle quali c'era stasi di vento, perché la bora rappresenta il migliore agente di ricambio dell'aria per questa città».

Non si finirà dunque mai di ringraziare, almeno sotto questo aspetto, la presenza di questo fortissimo vento, capace in determinate situazioni, di trasformarsi in una sorta di gigantesco aspiratore delle sostanze nocive che galleggiano nell'aria.

Ma allora, le cause vanno individuate altrove, e devono essere importanti, se riescono a inquinare a tal punto l'aria, da annullare o quasi l'effetto bora. In primo luogo si può senz'altro parlare di una notevole densità di automobili in rapporto al numero di abitanti e, in secondo luogo, della forte congestione del traffico, che costringe gli automobilisti a lunghe soste e a percorsi a singhiozzo, a velocità ridotta: «Le vetture sono numerosissime - sottolinea Cappel - e la circolazione non è delle più fluide. Inoltre va detto che non vengono effettuati i controlli sull' equilibrio delle carburazioni delle macchine, perché la cattiva combustione è frutto della trascuratezza di alcuni automobilisti. Posso invece smentire - conclude Cappe - chi sostiene che il parco automobili della città è vecchio. Sono stati migliaia infatti gli acquisti di vetture nuove negli ultimi anni».

E il Comune cosa sta facendo? Nella seduta di lunedì del consiglio comunale, il rappresentante dell'opposizione, Roberto Decarli ha presentato una domanda d'attualità alla giunta sull'argomento, rifacendosi al testo del decreto ministeriale n.163 del 21 aprile del '99, in base al quale «nei Comuni con una popolazione superiore ai 150mila abitanti, al termine di ogni anno solare e comunque entro il 31 gennaio dell'anno successivo (quindi il termine scadrà fra pochi giorni, ndr) deve essere predisposto un rapporto inerente l'inquinamento atmosferico, ai fini dell'adozione delle più idonee misure di limitazione della circolazione. Il Comune deve assicurare la diffusione al pubblico della valutazione preliminare e del rapporto annuale, inviandone una copia al ministero dell'Ambiente».

Decarli non ha potuto avere immediatamente la risposta dall'assessore competente, Maurizio Bradaschia, che non era in aula, ma ci sarà tempo per discuterne ancora. Finora il Comune di Trieste non ha aderito all'iniziativa che ha invece visto coinvolte altre amministrazioni, che hanno ordinato il blocco della circolazione alla domenica: «Predisporremo anche noi un calendario di chiusure domenicali - aveva spiegato qualche tempo fa l' assessore Maurizio Bradaschia - ma senza seguire il programma nazionale. Peraltro le domeniche senza auto c'entrano poco con la riduzione dell' inquinamento, perché abbiamo confrontato i dati sul benzene rilevati in una domenica ecologica con quelli di una domenica cosiddetta normale e non abbiamo riscontrato differenze».

Anche il sindaco Roberto Dipiazza è a conoscenza del problema relativo all' inquinamento: «So che dovrei chiudere la città ai privati, ma prima dobbiamo predisporre il piano del traffico, poi monitoreremo nel dettaglio la qualità dell'aria e a quel punto decideremo di conseguenza».

Ugo Salvini