Il Messaggero Veneto 04-06-2002
I radicali contestano il maxi-schermo a disposizione dei dipendenti comunali
Per l'esordio degli azzurri ai campionati del mondo di calcio l'Italia si è fermata e anche nei luoghi di lavoro sono stati studiati degli accorgimenti per consentire al personale di poter seguire la partita pur in un orario lavorativo. Televisori negli uffici, sale dedicate, ma anche radioline che hanno fatto la loro comparsa sui tavoli. Una linea introdotta anche dal sindaco del capoluogo, Sergio Bolzonello, il quale, però, viene duramente redarguito dal responsabile provinciale dei radicali, Stefano Santarossa.
«La decisione dell'amministrazione comunale - sostiene l'esponente politico - di concedere ai dipendenti comunali l'utilizzo della sala rossa comunale (quella al primo piano del municipio, dove normalmente si svolgono le riunioni delle commissioni consiliari ndr) come luogo per assistere alle partite di calcio della Nazionale mi lascia molto perplesso. Il dipendente - aggiunge Santarossa - che vuole vedersi la partita può decidere di prendersi un giorno di ferie o qualche ora di permesso. Ciò che non convince è la decisione del sindaco di concedere la sala comunale ai dipendenti, per l'occasione dotata di un televisore dell'ultima generazione per la visione dell'incontro calcistico e di concedere agli stessi un permesso generalizzato di lasciare l'ufficio».
Secondo Santarossa «desta qualche sospetto il fatto che la sala rossa sia stata attrezzata di un impianto nuovissimo proprio in coincidenza con l'inizio dei mondiali di calcio». Una scelta legata proprio all'impegno degli azzurri in uno sport, quello del calcio, che è preferito dal primo cittadino, che molto spesso si nota al Bottecchia a tifare il Pordenone? Un quesito rispetto al quale sarà l'amministrazione cittadina a rispondere.
Per quanto concerne i dipendenti, che hanno invece gradito l'innovazione introdotta proprio ieri in occasione di Italia-Ecuador, un match conclusosi con la vittoria degli azzurri grazie ad una doppietta di Bobo Vieri, hanno dovuto, prima di entrare in sala rossa, timbrare il cartellino come se fosse una normale uscita e quindi rientrare in servizio una volta che l'arbitro ha lanciato i canonici tre fischi di chiusura dell'incontro. L'amministrazione comunale ha comunque assicurato che dall'una e mezza alle 15.30 i servizi sono stati pienamente garantiti.