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Il Messaggero Veneto 01-02-2002

Di padre in figlio nel 59% delle aziende friulane

L'indagine del Cres: il passaggio generazionale in Friuli-Venezia Giulia è indolore

UDINE - Padri e figli, un rapporto che può diventare complicato quando è in gioco la successione ai vertici delle aziende costruite dai primi. Il problema è talmente sentito in Friuli-Venezia Giulia che la Commissione europea ha finanziato un progetto, Tra.Sme's, presentato dal Centro regionale servizi per le piccole e medie imprese presieduto da Marco Simeon, e diretto da Tiziano Venier. Dopo due anni di studi ed elaborazioni, portati avanti dal Cres con la collaborazione del dipartimento di scienze economiche dell'Università di Udine, i primi risultati saranno presentati oggi 1º febbraio, alle 14.30, nel corso di un convegno alla Fondazione Crup, a Udine, che avrà come relatore tra gli altri Renzo Rullani, docente di Cà Foscari. Il progetto si è avvalso dell'esperienza di trenta aziende, ubicate nelle province di Udine, Pordenone e Gorizia, di media dimensione e che stanno affrontando o hanno appena superato il processo di successione generazionale.

Utilizzando la metodologia dei case studies, sono stati approfonditi gli scenari imprenditoriali prima del processo di successione, quelli emergenti in seguito alla realizzazione dello stesso, e i meccanismi di gestione della transizione a livello istituzionale e organizzativo. All'interno delle 30 imprese sono state poi individuate 5 buone pratiche, "Best Practices", che hanno aiutato ad affrontare con successo lo scoglio della successione, l'azienda è stata quindi considerata come un'entità destinata a perdurare nel tempo, quindi svincolata dalla presenza fisica del fondatore.

La successione generazionale è stata considerata come un processo articolato in fasi distinte, al progetto strategico se ne è affiancato uno per la trasmissione del ruolo imprenditoriale ad altri soggetti, che possono essere i figli, ma non solo. Il 60% delle imprese intervistate è stato fondato tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta, e stanno attraversando, oppure hanno vissuto di recente, il "nodo" critico del primo passaggio generazionale. Il 36,67% del campione è di prima generazione, mentre il 33,3% è arrivato alla seconda, se ne deduce che oltre il 70% del campione è in vari modi alle prese con il "passaggio del testimone".

Nel 43% delle imprese il processo di transizione generazionale è pianificato e vi si dedicano uno o più successori designati, per definirne le tappe fondamentali e gli obiettivi che devono essere raggiunti al momento del ricambio al vertice. Il 57% del campione, invece, non se ne preoccupa in maniera sistematica, con il risultato di ritrovarsi spesso in situazioni critiche legate al fatto che l'erede in pectore non ha competenze adeguate oppure non vuole impegnarsi in azienda, ma a volte è lo stesso fondatore a sottovalutare o eludere il problema. La ricerca ha messo in luce, inoltre, che il trasferimento del ruolo imprenditoriale provoca una ridefinizione della struttura aziendale, con cambiamenti significativi nell'assetto proprietario, gestionale e decisionale. Il 59% delle imprese ha effettuato una successione tutta interna alla famiglia, il 21% chiama dei manager esterni all'ambito familiare pur mantenendo il controllo proprietario assoluto o di maggioranza e presidiando il vertice dell'impresa.

Per l'8% del campione la successione significa apertura a manager e pure a capitali esterni, con inserimento dei nuovi soci nel consiglio di amministrazione, e solo il 4% delle imprese sceglie di cedere il controllo dell'impresa e rinuncia a una parte delle sue prerogative. Il restante 8% non ha ancora concluso il processo di transizione e non ha ancora definito il tipo di successione, che, va sottolineato, rispecchia comunque l'assetto precedente, a esempio un'azienda controllata dalla famiglia continua a rimanere tale, e così via. Si potrebbe affermare che il percorso di apertura istituzionale delle imprese procede per stadi successivi e l'arrivo di capitali "estranei" è preceduto da un ampliamento nella struttura gestionale con nuove forze manageriali.

Il lavoro è stato completato con un'analisi comparativa delle principali problematiche della successione nei diversi sistemi paese, in particolare Francia e Spagna che ha omogeneità di approccio con l'Italia. In Francia l'approccio culturale alla successione nelle imprese familiari sembra essere più aperto a soluzioni extrafamiliari o a ipotesi di cessione e di definitiva separazione della famiglia dall'impresa. Entro il prossimo mese di maggio si concluderanno le attività seminariali e gli interventi nelle 24 imprese beneficiarie di Tra.Sme's.

Maria Rita Branca