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Il Gazzettino 12-02-2001

REGIONALI 2000

Disponibile a votare il 50% degli astenuti Più di un elettore su 10 passerebbe all'altro polo

Consideriamo ora separatamente il risultato del sondaggio nel Veneto e nel Friuli-Venezia Giulia. Così facendo possiamo, innanzitutto, individuare le differenze tra le due regioni; ma anche cogliere con maggiore precisione le dinamiche negli orientamenti di voto, usando come riferimento le ultime consultazioni elettorali svoltesi nelle due regioni: le Elezioni Regionali del 2000 nel caso del Veneto, le Europee del '99 nel caso del Friuli-Venezia Giulia. Si tratta, va detto subito, di confronti che vanno presi con estrema cautela, a causa delle forti differenze tra i sistemi elettorali.

Nel Veneto la Casa delle Libertà appare stabile sul 55 per cento ottenuto da Giancarlo Galan alle elezioni dello scorso aprile. Il centrosinistra, per contro, non sembra in grado di confermare il 38 per cento di Massimo Cacciari. Tale percentuale, scesa di quattro punti a fine settembre, sembra essersi ridotta di altri due punti, arrivando al 32 per cento di oggi. In realtà si tratta di scostamenti che solo in piccola parte possono essere attribuiti ad un reale arretramento del centrosinistra nel Veneto. Già alle Elezioni Regionali, infatti, la somma dei voti di lista ottenuti dai partiti che sostenevano l'ex-sindaco di Venezia non superava il 34 per cento delle preferenze.

Spunti interessanti emergono anche dall'analisi dei flussi rispetto alle precedenti elezioni. Fatti cento coloro che hanno votato per Galan alle Regionali, 85 di essi confermerebbero oggi la loro scelta, e solo 4 passerebbero al centrosinistra. Per contro, solo il 74 per cento di chi ha votato per Cacciari destinerebbe oggi la propria preferenza all'Ulivo o a Rifondazione Comunista. Il 7 per cento circa voterebbe per il partito di Antonio Di Pietro e ben il 12 per cento passerebbe, addirittura, all'altro schieramento. Democrazia Europea sembra, almeno per il momento, sottrarre voti in egual misura all'uno e all'altro polo. Ma si tratta indicazioni ancora premature e poco attendibili (perché basate su pochi casi), che andranno verificate in futuro. Interessante, poi, notare come poco meno della metà di chi si è astenuto si dice oggi disposto a ritornare a votare, a conferma di una tendenza sempre più diffusa ad un astensionismo "ad intermittenza". Anche chi rientra dall'area del non-voto sembra, comunque, orientarsi prevalentemente verso l'area di centrodestra.

Anche nel Friuli-Venezia Giulia Ulivo e Rifondazione Comunista appaiono in leggera flessione, passando dal 33 per cento ottenuto alle Europee al 31 di oggi. La Casa delle Libertà cresce, invece, di ben 8 punti, salendo oltre la maggioranza assoluta anche tra i friulani e i giuliani. Si tratta di un risultato che pare discendere soprattutto dal parallelo indebolimento della Lista Bonino. Il partito radicale, infatti, pur conservando un buon 7 per cento, non pare oggi in grado di ripetere il risultato di due anni fa.

F.B.