MANIFESTO DELLE PARI OPPORTUNITA' TRA ATEI E RELIGIOSI
Premessa
Di tutte le varianti del cristianesimo quella cattolica è la più diffusa nel mondo. L'Italia è un Paese cattolico, tanto che da noi non ha senso pensare a un individuo indenne dall'influenza del cattolicesimo. Anche se non avessimo ricevuto alcuna educazione religiosa, ci resta sempre attaccato addosso qualcosa che ci deriva dalla nostra formazione cattolica, che permea la nostra vita, dalla culla alla morte. Il cattolicesimo è come un dissimulato velo che ombreggia i colori delle cose e sotto il proprio impalpabile manto copre e mistifica la realtà.
Chi non è stato battezzato ? Quanti si sposano in Chiesa, anche se non credono ? Per quanti morenti, il prete è lì, al momento del congedo da questa valle di lacrime? E' il prezzo da pagare per essere socialmente a posto. Ma oltre all'accettazione della tradizione, c'è qualcosa di fatale che in un modo o nell'altro è stato assorbito tramite la famiglia o la società, la scuola o gli amici. Di conseguenza non rispettare certe regole o trascurare certe scadenze tradizionali, è come violare un tabù. Ti resta nell'animo un sapore amaro, una traccia capillare e continua di uno sgarbo adempiuto. Dunque la forte presenza cattolica condiziona le nostre esistenze.
Nei Paesi di stampo calvinista, è invece molto accentuato il senso della responsabilità individuale ed è facile trovare innumerevoli esempi di influenza dell'educazione protestante nell'etica degli affari, del lavoro, della politica. In questi Paesi, ad esempio, il riciclaggio dei politici è inconcepibile, quando si è colpevoli, si paga senza discutere troppo. Da noi, invece, si analizza, si esamina, si studia, si fanno i distinguo, i retroscena e alla fine si perdona. Ogni cosa viene dimenticata, come dopo la confessione: dieci Avemaria, cinque Padrenostro, e tutto è a posto, tutto è a norma; il passato è passato, la colpa è lavata, non v'è più debito da saldare: Chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato .
Questo tipo di educazione è concausa dei mali della nostra società. Il cattolicesimo delega molte funzioni e molti poteri ai ministri del culto e alle gerarchie ecclesiastiche, sicché si è sviluppata a poco a poco una sempre più profonda abitudine alla deresponsabilizzazione personale. Mentre per un calvinista ogni scelta è come schierarsi col diavolo o con Dio, per il cattolico la scelta appare meno radicale. E' sempre possibile aggiustare le cose, è sempre possibile sistemarle, riparare un danno, perché tra noi e Dio c'è sempre un mediatore per eccellenza, colui che accomoda le cose, le adatta, le assesta, le corregge. e che se ne infischia delle parole di Gesù: sia il vostro parlare sì, sì o no, no, quel che vi è di più proviene dal male (Matteo 5,37).
Dunque alla luce di queste considerazioni, predicare bene e razzolare male è un esempio tipico del Cattolicesimo, che però ha l'ardire di voler farci credere che l'etica sia una sua prerogativa esclusiva. Niente di più falso. A parte il fatto che etica e morale sono due cose diverse giacché l'etica studia la morale da una prospettiva umana e comporta una riflessione costante perché tiene conto della libertà e della mediazione tra individuo e norma. La morale esige solo il rispetto delle norme e perciò non può essere portata avanti da uomini liberi, necessita invece di esecutori, di seguaci. Perciò essere etico è più difficile che essere morale e perciò le religioni sono morali ma non etiche.
Nel caso del Cattolicesimo, è molto facile trovare individui morali che falliscono rispetto alla loro morale e che mostrano una doppiezza di vita sconcertante perché agiscono nell'ipocrisia. Chi non ricorda il deputato Cosimo Mele che tra un'orgetta e un tiro di coca portava avanti i valori ipercattolici del suo partito? Per non parlare dei parlamentari con due o tre famiglie che, genuflettendosi davanti alle gerarchie vaticane, votano poi contro i Dico o contro i Pacs, o quelli che sniffano nel bagno di Montecitorio e poi votano contro la regolamentazione delle droghe. Si tratta di tartufismo, cioè di quel fenomeno prodotto da una società che onora l'apparenza in luogo della sostanza. Il personaggio di Tartuffe, immortalato da Molière, baciapile e disonesto, abile nel dissimulare i sentimenti più immorali sotto una veste di devozione religiosa, è divenuto prototipo riconoscibile di una certa classe politica.
Tuttavia è tutta la Chiesa cattolica che vuole essere morale ma non è neppure etica. La vera radice di questa incoerenza sta nella tacita dissociazione tra le parole e i fatti, tra i principi e i comportamenti: è favorevole alla democrazia ma chi la governa non è scelto democraticamente; è a favore della trasparenza nell'amministrazione delle risorse pubbliche ma le sue finanze non sono sottoposte ai controlli; è contraria alle discriminazioni ma poi emargina le donne; inneggia alla libertà di stampa ma vuole la più servile informazione; predica la povertà e poi vive nello sfarzo dei palazzi; predica lumiltà e poi si proclama infallibile; fa la ramanzina sull'accoglienza degli immigrati e poi li caccia quando vanno a vendere la loro merce nei pressi del Vaticano; predica la castità o la persecuzione penale delle prostitute o dei loro clienti e poi proteggono i preti pedofili.
Per tutti questi motivi, possiamo affermare che l'etica non è appannaggio esclusivo di nessuna religione e tanto meno di quella cattolica, soprattutto perché la morale non ha bisogno di essere religiosa per essere morale e l'etica in particolare non è mai religiosa. Non è necessario credere in Dio per dare da mangiare all'affamato o da bere all'assetato. La morale come insieme di consuetudini che sono state elevate a livello di norme per fornire un quadro di riferimento per la collettività, è esistita prima dell'apparizione degli dei e delle religioni. Dunque la morale è artificiale per definizione, è creazione umana, e sopravvive benissimo senza l'appoggio divino.
Siamo noi essere umani che di volta in volta, in ogni periodo storico, abbiamo prodotto un nostro Dio che doveva risolvere i problemi che in quel momento incombevano sulla società. Ad ogni creazione di un Dio è seguita la nascita di una religione organizzata in chiese, sinagoghe, ecc. Scaturisce così, come conseguenza, anche l'autoritarismo, il dogmatismo, la teologia e, ovviamente, il corpo sociale incaricato di difendere questa teologia: il braccio armato della chiesa intesa come corpo sacerdotale. Questo corpo avrà poi nel corso del tempo anche un rapporto conflittuale tra il Dio da esso creato ed il divenire storico della società che è soggetta ad evolvere laddove la religione a cui si è data vita in quel momento storico non può progredire, non può svilupparsi dato che si basa su verità inamovibili.
Diceva Simone de Beauvoir: Le difficoltà che gli atei e gli agnostici affrontano onestamente, la fede permette di eluderle, il colmo è che da questa viltà il credente trae atteggiamenti di superiorità.
MANIFESTO APPELLO
Il termine ateismo ha acquisito una connotazione negativa che non ha alcuna giustificazione. Viene spesso percepito come intollerante e immorale nonché dogmaticamente chiuso all'evidenza delle bellezze della natura e di ciò che appare soprannaturale.
Per questo motivo:
Constatando che questa percezione di intolleranza e immoralità è assolutamente fuorviante; Avendo fiducia che soltanto il progresso scientifico può consentire di migliorare l'uomo e che anche se non comprendiamo completamente l'universo, né la Bibbia né il Corano rispecchiano una comprensione migliore;
Consapevoli che il Cristianesimo non è stata la molla del pensiero democratico e scientifico europeo, ma il freno e le erbacce che ne hanno soffocato lo sviluppo;
Rifiutando le logiche immobilizzanti di coloro che pensano che gli atei credono che la vita non abbia significato laddove è proprio vero il contrario;
Considerando che le nostre relazioni con coloro che amiamo sono dense di contenuti e di valori "qui ed ora" e non hanno bisogno di essere prolungate per sempre;
Notando con amarezza che - a causa dell'indolenza e dell'ignoranza prima ancora che come scelta consapevole - il metodo scientifico e l'intuizione razionale si mettono troppo spesso sullo stesso piano del sentire religioso o delle allucinazioni New-age;
Osservando che non è l'ateismo il responsabile dei più grandi crimini dell'umanità ma i regimi dogmatici che con il loro culto della personalità sono stati, e sono, troppo simili alle religioni;
Vedendo che gli ebrei, i cristiani e i musulmani dichiarano che le loro scritture sono state ispirate oppure dettate direttamente dai loro déi non si capisce perché le loro opere contengano anche assurdità scientifiche, contraddizioni logiche, falsità storiche e perversioni etiche;
Rilevando che l'evoluzione è una combinazione di mutamenti casuali e che Darwin arrivò all'espressione selezione naturale in analogia con la selezione artificiale che compivano gli allevatori di bestiame;
Evidenziando che gli atei non sono affatto chiusi alle esperienze spirituali dato che nulla impedisce loro l'esperienza dell'amore, dell'estasi, del rapimento interiore;
Consci che far finta di sapere cose che non si sanno significa prendersi una grave responsabilità;
Convinti che sia opportuno spiegare l'irrazionalità delle religioni e delle scelte oscurantiste in materia di ricerca scientifica e medica.
E infine Rendendo atto che ai cattolici viene concesso un grande spazio nei media Chiediamo che venga data agli atei e ai cattolici pari opportunità di esprimersi nei media.
Valter Beltramini, Gigi Feruglio, Paolo Osso
Udine 6/6/2008
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