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Il Messaggero Veneto 25-11-2001

Si svolgerà martedì a Bruxelles il summit decisivo sullo snodo cruciale per il traffico del Nordest

Autovie, sull'appalto per Mestre decide l'Ue

Al vaglio le modalità di assegnazione dei lavori per il passante: la gara europea escluderebbe la Spa

UDINE - Sarà Bruxelles a decidere sulla vertenza del passante di Mestre, con la possibilità che dovendo procedere a una gara europea per l'assegnazione dei lavori, Autovie Venete si ritrovi fuori dalla cruciale opera infrastrutturale. Martedí, in sede di commissione europea, verrà infatti affrontata la questione delle modalità giuridicamente corrette di realizzazione dell'arteria sala traffico da Quarto d'Altino a Mira. A quanto è trapelato, sarebbe a rischio la possibilità che la società per il passante, costituita da Autostrade spa, Venezia-Padova, Autovie, gruppo Cardine, Unicredito, Banca Antoniana veneta, costruisca la strada con un project-financing evitando, cosí, il ricorso alla gara d'appalto europea.

Nella capitale belga è atteso, tra gli altri, l'intervento del sindaco di Venezia, professor Paolo Costa, nella veste di ex-ministro dei Lavori pubblici all'epoca della rinegoziazione della concessione autostradale affidata alla spa allora presieduta da Giancarlo Elia Valori.

A quanto si era ritenuto fino a poco tempo fa, la società amministrata da Gamberale era l'unica delle tre concessionarie interessate all'opera ad avere nel piano finanziario approvato dall'Anas la realizzazione del passante. E su questo presupposto venuto allo scoperto tra la sopresa generale, dopo una controversia agostana politico istituzionale fra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, si era giunti a fine ottobre alla firma a Palazzo Chigi del protocollo d'intesa per la società del passante. Mentre si era in attesa che l'Anas ratificasse questo accordo (avrebbe dovuto farlo entro fine novembre), il magistrato della Corte dei Conti addetto al controllo degli atti dell' ente si sarebbe accorto che le cose stavano in modo diverso e avrebbe sollevato un rilievo. Il passante di Mestre, hanno fatto sapere fonti qualifcate, era nell'oggetto delle concessioni di Autostrade spa, ma non si sa per quale motivo, non era stato tradotto formalmente in un atto aggiuntivo al piano finanziario.

E questo particolare è giudicato piuttosto grave, perché se Bruxelles, sotto la pressione del governo italiano, "storcendo il naso" aveva autorizzato una proroga delle concessioni autostradali alle società che le già le gestivano, la costruzione in project- financing del passante da parte di Autostrade e associati comporterebbe di fatto la richiesta di un ulteriore allungamento di 20-30 anni delle concessioni autostradali per ammortizzare i costi dell'opera, per la quale non è previsto l'intervento dello Stato.

La seconda proroga delle concessioni potrebbe irritare i vertici di Bruxelles che fanno rispettare rigidamente il principio della concorrenza, anche se è possibile che un intervento del governo italiano abbia successo. C'è dunque molta attesa per la riunione di Bruxelles, i cui risultati non sono scontati. Il sindaco di Venezia, Paolo Costa, che lunedì in consiglio comunale si occuperà del Mose, gode di indubbio prestigio in sede Ue, è amico personale del presidente della Commissione Romano Prodi, ed è uno dei pochi a poter esprimere un parere qualificato sull'intricata vicenda.

Maria Rita Branca