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Il Piccolo 24-11-2001

Mentre si conclude il forum economico, nuove aperture arrivano dalla Banca Centrale Europea

«L'allargamento a Est non è un pericolo per l'euro»

Marzano: «A Trieste una forte spinta verso l'integrazione economica»

TRIESTE - Vogliono rassicurare i mercati finanziari, chiedono investimenti e capitali, spingono sulle privatizzazioni per ridurre i deficit di bilancio e aprirsi al mercato: il plotone dei dieci Paesi che bussa alle porte dell'Unione Europa ha avuto, nel corso del forum economico dell'Ince che si chiude stamane a Trieste, un palcoscenico dove mostrare il volto «globalizzato» dell'Est Europa. «Una evidente convergenza di opinioni e di speranze»: così ieri il ministro delle Attività Produttive, Antonio Marzano, ha definito questo appuntamento coordinato dalle maggiori istituzioni finanziarie internazionali: dalla Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo alla World Bank.

La tavola rotonda fra i ministri per gli affari economici dei diciassette Paesi che aderiscono all'area Ince, allargata anche alla Russia, è servita a delimitare le prospettive di un nuovo mercato che, dopo gli anni della guerra fredda e dei conflitti scommette su Mastricht e sull'integrazione europea. Non sarà un processo facile e neppure breve: il forum di Trieste ha descritto le potenzialità di un piano di allargamento verso l'Est Europa che coinvolge 500 milioni di persone, dall'Atlantico agli Urali: «Tutti i Paesi dell'Ince -ha detto ieri Marzano- sono consapevoli delle difficoltà che sta attraversando l'economia internazionale. Vi sono -ha aggiunto- segni d'incertezza ma non di pessimismo. Tutti i governi si sono impegnati a migliorare le proprie performance economiche per continuare a alimentare la speranza di unirsi all'Unione Europea».

Ieri da Bruxelles sono arrivati nuovi importanti segnali: il commissario per l'Allargamento dell'Ue, Guenter Verhugen, ha detto di ritenere che «le trattative con il gruppo dei dieci Paesi di testa potrebbe concludersi entro la fine del 2002». In questo caso i nuovi membri dell'Ue potrebbero fare il loro ingresso nell'Europarlamento prima delle elezioni europee del 2004. In lizza ci sono Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Lattonia, Estonia, Lituania, Cipro e Malta.

Verhugen ha accennato alle difficoltà di questo processo: «Abbiamo ancora qualche problema di natura psicologica e politica perchè si tratta di preparare l'opinione pubblica europea, superando gli scetticismi». Tuttavia Bruxelles ha confermato che, per quanto riguarda i paletti economici fissati da Mastricht non ci saranno sconti.

Francia e Germania hanno siglato ieri al vertice di Nantes un accordo per rispettare la tabella di marcia per l'allargamento dell'Ue, dissipando così i timori per un rinvio dei nuovi ingressi. È scesa in campo anche la Banca centrale europea. «L'ingresso dei Paesi Orientali nell'Unione Monetaria non è un pericolo per la moneta unica» - ha scandito bene il presidente Wim Duisenberg. Secondo il numero uno dell'istituto di Francoforte «l'espansione verso l'Europa dell'Est è stata ben preparata e anche i Paesi sono altrettanto preparati, a patto che perseguano con tenacia l'obiettivo di ridurre l'inflazione».

Il governo italiano, al forum di Trieste, ha assicurato pieno appoggio a questo processo che rappresenta la seconda grande sfida dopo Maastricht e, fra quasi cento giorni, l'arrivo dell'euro: «Tutti questi Paesi -afferma il ministro Marzano- avvertono l'esigenza di spingere le proprie economie verso una crescita degli scambi commerciali e industriali, secondo i criteri fissati dall'Organizzazione mondiale per il commercio estero. Questa convergenza di vedute, un decennio fa, non sarebbe stata neppure pensabile. Ciò dimostra che il motore della storia è il progresso».

Il forum economico di Trieste, al quale hanno partecipato duemila delegati e le più importanti istituzioni finanziarie, per il ministro italiano è stata un'opportunità «per stringere relazioni di amicizia fra i Paesi. Un'occasione per avviare rapporti informali, rinsaldare la volontà di collaborazione. Grazie a questi colloqui è possibile poi arrivare a veri e propri contatti bilaterali e, alla fine, proposte concrete». Ieri il forum si è concentrato sulle strategie di istituzioni come la Finest, la merchant bank per l'Est Europa, che garantisce crediti, strategie e servizi al settore privato per rilanciare investimenti e piani di sviluppo. Delegati di Bulgaria, Ungheria, Polonia e Slovacchia si sono confrontati sulle prospettive di cooperazione e sui piani di privatizzazione in corso. L'impatto ambientale, la formazione professionale, i nuovi piani infrastrutturali hanno animato i numerosi seminari e incontri in una affollata Stazione Marittima sorvegliata a vista.

Piercarlo Fiumanò