| Home | Documenti | Foto | Risultati elettorali | Forum FVG | Posta | Link |


Il Piccolo 29-11-2001

Nuove anticipazioni sulla bozza del progetto che dovrebbe cambiare il volto della rete di accoglimento e assistenza nel Friuli-Venezia Giulia

Sanità, si riparte dagli accorpamenti di ospedali

San Vito al Tagliamento, Spilimbergo e Maniago «sotto» Pordenone. Un paio di fusioni a Trieste

TRIESTE - Gli ospedali di San Vito al Tagliamento e Spilimbergo, e quel che resta del presidio di Maniago, dal giugno 2002 vengono incorporati nell'Azienda ospedaliera di Pordenone; gli ospedali di Trieste e il «Burlo Garofolo» mettono in comune Diagnostica di laboratorio e Medicina trasfusionale; il Policlinico udinese si trasforma in Azienda, nomina un direttore generale e unifica alcuni servizi, oppure li organizza in dipartimento, con l'Azienda ospedaliera. Unificazioni, non meglio indicate, anche per Cro di Aviano e ospedale pordenonese.

Ecco, nero su bianco, alcuni dei punti principali della bozza di «progetto» per la Sanità regionale di cui tanto si discute. I nosocomi «svuotati» saranno usati anche per «hospice» (strutture per malati terminali); andranno potenziati i distretti; si darà impulso all'assistenza domiciliare e ai Centri di salute mentale; inderogabile la creazione dei dipartimenti ospedalieri entro marzo, «con la obbligatoria condivisione di spazi, risorse umane e tecnologiche». Quanto al delicato punto delle strutture private, il piano precisa: «La gestione dei rapporti tra le Aziende sanitarie e i privati va indirizzata a un riorientamento dell'offerta sanitaria privata verso funzioni nuove e/o non adeguatamente assicurate dal servizio pubblico». Si dice anche che i ricoveri e le prestazioni ambulatoriali nelle cliniche private andranno programmati su base annuale e pluriennale, e che «saranno attivate sperimentazioni, senza tetti di spesa» laddove la domanda di servizi supera l'offerta (dove cioé s'allungano liste d'attesa).

Ma nei progetti più arditi («costituzione di società miste pubblico-private») la Regione va sulla scorta di un decreto nazionale del '92, che all'articolo 9 prevedeva queste soluzioni in via sperimentale, e che i nuovi provvedimenti ministeriali hanno pure richiamato alla memoria. E in questo quadro c'è una novità assoluta: le Aziende potranno, se la giunta approverà entro giugno le proposte di modifica legislativa, autofinanziarsi con azioni di «project financing» ed emissione di titoli obbligazionari.

Altrettanto chiari sono i riferimenti sia a una possibile condivisione dei costi da parte del cittadino, sia all'introduzione di un limite alla fornitura di servizi medici gratuiti. Sarà istituita una commissione tecnica che, seguendo le indicazioni nazionali in fase di elaborazione, stabilirà i «livelli essenziali di assistenza». Per ciò che sarà ritenuto «non essenziale» si decideranno «le modalità di gestione dei fondi integrativi volontari e obbligatori». Per Trieste, da sempre la più finanziata, è interessante sapere che vi sarà, in materia economica, un «riequilibrio tra aree territoriali». Infine, i dirigenti saranno assunti solo col permesso della Regione e gli infermieri andranno di nuovo «contati». In compenso, potranno contare su incentivi economici.

g. z.