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Il Messaggero Veneto 22-06-2002

Illy e Maran: accordo auspicabile

Ma c'è un certo scetticismo sul momento scelto per affrontare la questione

TRIESTE - Pacate ma intrise di un certo scetticismo le prime reazioni tra i parlamentari del centro sinistra all'iniziativa del presidente della giunta regionale Renzo Tondo di presentare ai loro colleghi del centro destra le linee secondo le quali intende riscrivere lo Statuto speciale del Friuli-Venezia Giulia, con la collaborazione di un comitato tecnico. Pieno di fair-play il commento del parlamentare triestino Riccardo Illy (gruppo misto). «Non ci hanno invitati, ma trovo normale che la maggioranza prima elabori al proprio interno la sua proposta e quindi si rivolga alla minoranza. Se si dimostreranno orientati alla ricerca di un accordo bipartisan effettivo, disponibili ad accettare se del caso le proposte o le modifiche suggerite dalla minoranza, non avremo pregiudizi al dialogo».

«Rilevo - prosegue Illy - che la presentazione di un nuovo Statuto è un atto dovuto dopo l'approvazione delle legge costituzionale 2 del 2001. Ma mi chiedo se sia opportuno affrontare un tema così complesso e delicato ora che la legislatura regionale si avvia verso la fine. Non mi pare insomma il momento buono per farlo anche perchè raramente le cose fatte in fretta riescono bene. In ogni caso, ribadisco, non ci sono da parte mia pregiudizi».

Più scettico l'onorevole friulano Sandro Maran (Ds). «Non mi pare - è il suo esordio - che Tondo abbia avuto fin qui molta fortuna con i patti bipartisan. Ma, a parte questa considerazione, mi pare che ci sia un'altra questione preliminare da risolvere. Io ed altri parlamentari delle Regioni a Statuto speciale stiamo infatti lavorando per capire qual'è la procedura di revisione da scegliere per le nostre regioni, che, a differenza di quelle a Statuto ordinario che le modifiche se le fanno da sole, devono demandare i cambiamenti al Parlamento e al complesso iter delle leggi costituzionali. Ci stiamo chiedendo se a questo punto vale mantenere la specialità e, in caso affermativo, se non sia il caso di modificare le procedure di revisione dello Statuto, prevedendo che la Regione vi intervenga come una terza Camera, in quanto ora come ora in teoria il Parlamento potrebbe approvare lo Statuto che vuole».

«Sono d'accordo con intese sulla strada di una riforma che renda la Regione più autonoma - prosegue Maran - ma non ho visto in questi anni da parte del centro destra grandi sforzi per progredire in tale senso e a poco servirebbe rivendicare competenze che poi non si sanno o non si vogliono esercitare. Non vorrei che questa iniziativa rappresentasse nient'altro che un modo per poter poi dare a Roma la colpa di tutto quello che la Regione non ha fatto per sua negligenza». «In ogni caso per dare un giudizio più adeguato - conclude Maran - dovrei saperne di più sul merito delle proposte della giunta Tondo».