Il Piccolo 15-01-2002
Toccati anche i temi dello scandalo Banca Istriana e della Pazinka
POLA - Ieri, nel corso della sua consueta conferenza stampa mensile, il presidente della Regione Istria, nonchè leader della Dieta democratica istriana, Ivan Nino Jakovcic, ha affrontanto tre temi di grande attualità: i rapporti bilaterali tra Croazia e Italia nel dopo Ruggiero, il recente scandalo politico-finanziario che vede coinvolte la Istarska Banka (Banca Istriana) di Pola e la sezione locale dell'Accadizeta, il partito di destra del defunto presidente Tudjman, e la crisi dell'industria chimico tessile «Pazinka» di Pisino.
In merito al dopo-Ruggiero, Jakovcic ha auspicato che il cambio della guardia alla Farnesina non pregiudichi i buoni rapporti tra i due Paesi, ma si è detto preoccupato per un possibile «irrigidimento» nelle relazioni bilaterali. Comunque per Jakovcic è di vitale importanza per l'Istria che i due Paesi mantengano relazioni di buon vicinato. Il presidente ha anche rassicurato la minoranza italiana dicendo che il cambiamento non inciderà sul regolare flusso dei finanziamenti erogati dall'Italia al gruppo nazionale in Istria.
Riguardo al secondo tema, Jakovcic ha detto che rimettere insieme tutti i pezzi del mosaico dell'affaire Banca Istriana-Accadizeta potrebbe essere più difficile del previsto. Ricordiamo che alcuni giorni fa due ex dirigenti dell'istituto di credito sono finiti sotto inchiesta per abuso di poteri di ufficio: con l'interecessione di una società commerciale di Marzana avrebbero finanziato illegalmente la campagna elettorale dell'Accadizeta di Pola. La vicenda risale alle amministrative del 1997. «Ai tempi, quello di Tudjman era il partito più potente in Croazia - ha sottolineato Jakovcic -. E' molto probabile quindi che l'Accadizeta abbia offerto qualcosa in cambio alla Banca Istriana. Che cosa, non sta a me scoprirlo».
Quanto alla grave crisi che sta vivendo la «Pazinka», il presidente ha spiegato che rimane in vigore lo stato di calamità su tutto il territorio del pisinese, decretato a fine dicembre. Il provvedimento si era reso necessario per poter finanziare ed effettuare i lavori necessari a riaprire i reparti della fabbrica, semidistrutti da un incendio la notte del 21 dicembre scorso. Jakovcic ha evidenziato, in particolare, la sua preoccupazione per le sorti della «Pazinka», sottoposta ad un'estenuante procedura fallimentare dal mese di marzo 2001. «L'azienda va venduta ad acquirenti che godono di una posizione di prestigio e di stima nel mondo finanziario internazionale».
i.b.