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Il Piccolo 10-12-2001

Uno studio rivela: in Friuli-Venezia Giulia il settore dei servizi assorbe il 64,5 per cento degli occupati

Vola il terziario, crolla l'agricoltura

UDINE - Terziario boom in Friuli-Venezia Giulia. Nel mese di giugno il 64,5% della forza lavoro impiegata, pari a 328.080 addetti, era occupata nel settore terziario. Lo ha reso noto l'ultima ricerca del Cref (Centro ricerche e formazione) pubblicata dalla rivista «Congiuntura», che ha invece collocato gli altri due settori, agricoltura e industria, sensibilmente distaccati.

Nel settore industriale del Friuli-Venezia Giulia a fine giugno erano occupate 164.098 persone pari al 32,3% dell'intera forza lavoro regionale. Il comparto primario invece assorbiva 12.183 addetti, pari al 3,2% del totale. «Appare evidente la tendenza a una sempre maggiore presenza del terziario nell'economia regionale - hanno commentato i ricercatori - mentre il settore industriale manifesta segnali di tensione latente». Ma quelli della composizione della forza lavoro non sono gli unici dati interessanti emersi nella ricerca del Cref.

A fine giungo 2001 in Friuli-Venezia Giulia erano 508.624 gli occupati regolari, di cui 301.192 maschi (pari al 59,2%) e 207.432 femmine (40,8%), con un incremento, rispetto al medesimo periodo del 2000, del 3,9%, pari a +18.919 unità. «Il risultato - secondo i ricercatori del Cref - è stato determinato dall'effetto congiunto del saldo positivo di 11.094 occupati maschi (+3,8%) e 7.825 femmine (+3,9%)».

La composizione per classi di età degli occupati ha rivelato una prevalenza di coloro che hanno un'età compresa tra i 35 e i 44 anni (30%), seguiti dalle classi 25-34 (28,3%) e 45-54 (23,7%). Nel complesso il contributo ai settori produttivi delle persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni si è assestato al 98,4%, mentre una quota pari all'1,6% è composta da 5.020 maschi e 2.915 femmine che proseguono l'attività lavorativa pur avendo superato i 65 anni di età. «Si tratta di una percentuale inferiore all'1,7% registrato a livello nazionale e all'1,9% del Nordest - hanno scritto i ricercatori del Cref - sul quale continua a incidere il 2,3% determinato dai 42.235 occupati ultra sessantacinquenni dell'Emilia Romagna.

Quanto alla struttura produttiva, alla fine del secondo trimestre del 2001 in Friuli-Venezia Giulia risultavano registrate 90.449 imprese rispetto alle 88.890 dello stesso periodo del 2000. Le imprese attive erano 77.757, pari all'86% dell'aggregato di riferimento e risultavano aumentate di 989 unità (+1,3%) rispetto a giugno 2000. Il saldo tra iscrizioni e cessazioni delle diverse forme imprenditoriali è risultato positivo e pari a 726 unità, in calo tendenziale del 3,2% rispetto al risultato di 750 dell'anno precedente. L'analisi per forma societaria ha rilevato un totale di 10.852 società di capitali attive, con un aumento di 702 unità (+6,9%) rispetto al secondo trimestre del 2000. Le società di persone attive risultavano essere 18.515, con un incremento tendenziale di 189 unità (+1%) e le ditte individuali confermavano di essere la tipologia societaria attiva maggiormente presente in Friuli-Venezia Giulia con 46.815 unità, sostanzialmente in linea con i risultati del secondo trimestre del 2000.

In provincia di Udine il settore primario ha subito un decremento di 532 imprese registrate (-3,7%) e 528 attive (-3,7%) nel confronto con il secondo trimestre dello scorso anno; a Pordenone si è invece avuto un saldo attivo di 119 iscrizioni rispetto alle cancellazioni; nell'area isontina vi sono state complessivamente 69 iscrizioni in più rispetto alle cancellazioni nel Registro delle imprese, mentre in provincia di Trieste il saldo positivo tra iscrizioni e cancellazioni è stato di 115 imprese.