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Il Piccolo 15-06-2002

Anche nel capoluogo monta la protesta dei dissidenti della Casa delle libertà. Fornasaro: «La Regione ha perso il suo ruolo»

E Trieste Azzurra si allinea al Terzo Polo

TRIESTE - È un tam-tam partito da lontano, da Pordenone, ma sentito anche a Udine, Gorizia e infine Trieste. È la voce di un'aggregazione eterogenea, composta per metà di disillusi e per l'altra metà di vecchie lenze della politica regionale. Un coacervo che sarebbe facile ma anche riduttivo etichettare come di centrodestra. Qualcuno ha parlato già di Terzo Polo, ma nelle menti dei Cardin, dei Renzulli, degli Scarano, dei Carbone non c'è di sicuro l'idea di fare concorrenza al Centrodestra o al Centrosinistra. Condizionarli, semmai, quello sì. I movimenti alternativi, le cosiddette liste civiche hanno costituito del resto la vera novità delle recenti «amministrative».

E a qualcuno non è sfuggito il fatto che almeno 20-25 dei sindaci espressi nel Friuli Venezia Giulia da iniziative del genere nascono da un'esperienza partitica con i vecchi socialisti. «Questi movimenti - osserva Piero Fornasaro di Trieste Azzurra, a suo tempo nota come serbatoio dei «contras» locali di Forza Italia e ora quarta costola della nuova aggregazione - si stanno moltiplicando per la raggiunta consapevolezza dell'inidoneità della classe politica inquadrata nei poli, sia di centrodestra che di centrosinistra... D'altr'onde la stessa esperienza di Illy, prima a Trieste e poi altrove è stata figlia di questa sensazione...».

Lo spazio d'intervento, insomma, fa capire Fornasaro, esiste, e al momento non rende neanche necessari apparentamenti con l'uno o l'altro blocco. Di sicuro c'è solo il disagio, l'insofferenza quasi, per una certa politica rissosa e contorta che, giurano quelli di Trieste Azzurra, si è rilevata incapace di fornire risposte. «La Regione - annota Fornasaro - ha accelerato progressivamente la perdita del proprio ruolo abdicando ad ogni concreta capacità d'indirizzo. Trieste, rappresentata da una classe politica al più culturalmente inadeguata, rimane ripiegata su temi e problemi immutati e irrisolti, nel mentre lo stesso tessuto sociale, tanto regionale che cittadino, si è visto, di anno in anno, impoverito dai suoi centri decisionali, oramai, pressocchè integralmente, trasferiti altrove».

Rifiutata per principio la querelle interna a Forza Italia («Le polemiche a oltranza, oltre che sterili si rivelano noiose»), Trieste Azzurra si rimette dunque alla finestra. Condividendo la diagnosi della situazione attuale recentemente effettuata dall'ex vicepresidente regionale Gianfranco Carbone e confrontandosi con gli altri leader locali del nuovo gruppo. «Alla fine - conclude Fornasaro - credo che gli spazi d'intesa e di condivisione possano essere molti».

f.b.