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Il Piccolo 16-12-2001

L'amministratore delegato: «Il Friuli-Venezia Giulia è strategico, vogliamo vincere la gara per il trasporto ferroviario locale»

Da Trenitalia promesse di rilancio

Renon: «Ma il costo del lavoro ci penalizza». I sindacati: «Disponibili a parlarne»

TRIESTE «Nessun abbandono da parte delle Ferrovie, è una fase delicata di cambiamento, stiamo investendo miliardi, ne investiremo altrettanti per modernizzare i mezzi, faremo arrivare anche nel Friuli-Venezia Giulia i Taf (treni ad alta frequentazione) con aria condizionata e tutti i confort. E, infine, io non ho alcuna intenzione di perdere le gare regionali per il trasporto locale sui treni». Deciso, quasi seccato l'amministratore delegato di Trenitalia, Roberto Renon, è arrivato a Trieste assieme al responsabile del settore Cargo, Giancarlo Laguzzi per smentire qualsiasi voce di smantellamenti in Friuli-Venezia Giulia.

Non solo. Ha confermato che la regione è strategica e ha voluto dimostrarlo andando personalmente a stringere una prima serie di accordi con le ferrovie slovene (Sz) con cui si è deciso (prima europea) di istituire i treni «interoperabili», con macchinisti che possono andare da una parte all'altra dei confini. Solo un preludio: Trenitalia vuole diventare partner strategico degli sloveni in vista della privatizzazione, fra poco più di un anno.

Questo accadeva nella mattinata, durante un viaggio speciale su un convoglio verso Lubiana mentre, a Trieste, grazie al «magico influsso» di Renon, si stava concludendo positivamente una tra le più difficili vertenze tra sindacati e azienda, con il responsabile regionale, Congedo. Quasi per incanto è terminata la protesta dei macchinisti (erano sospesi gli straordinari) che avevano portato alla soppressione di quasi 90 treni locali.

In maniera graduale tutti i treni stanno ritornando sui binari e martedì si dovrebbe firmare un'intesa. «L'Azienda ha capito che era una protesta fondata, manca personale - ha spiegato Elio Gurtner della segreteria Filt-Cgil - adesso Trenitalia ci ha proposto 15 macchinisti in più». Una manna visto che secondo i sindacati ne mancano 30-40 e a gennaio se ne andranno in pensione altri 11. Ora arriveranno 5 macchinisti dal Sud, altri 5 del genio ferroviario, 5 invece saranno assunti. Ma si tratta di una misura di emergenza e per affilare le armi, confidando nelle intese con i sindacati e nella chiusura più breve possibile del nuovo contratto, in vista delle gare per la concessione del trasporto ferroviario locale. Un business che Trenitalia, visto che le gare sono aperte a tutti, dovrà conquistarsi.

«Non ho intenzione di perdere - ha spiegato Renon - ma c'è una competizione. E se mi trovo con un differenziale del costo di lavoro c'è questo rischio. Sarebbe peccato, il sindacato deve rendersene conto. Noi vogliamo combattere, ma serve un recupero di competitività. Il sindacato deve capire che il mondo, anche quello ferroviario, sta cambiando per tutti. Serve maggiore produttività, efficienza e flessibilità».

Un punto su cui ha insistito Laguzzi: «Gli organici di oggi sono legati al vecchio contratto - ha spiegato il capo della Divisione Cargo - con il rinnovo bisogna puntare a capacità operative migliori. Perché ad esempio in tutta Europa c'è il macchinista unico? Questo è uno dei nuovi aspetti che potrebbe venir accompagnato dal miglioramento della tecnologia».

Un passaggio delicato su cui Renon ha voluto però mettere precisi paletti. «Tutti vedono com'è il panorama attuale nelle privatizzazioni - ha aggiunto l'amministratore delegato riferendosi a certe situazioni precarie - ma il sindacato conosce la nostra azienda. È una società che ha approcci strutturati, accordi lunghi, strumenti a disposizione. C'è la possibilità di discutere serenamente, vogliamo la produttività, non lo sfruttamento. La flessibilità e non il precariato». Un messaggio chiaro al sindacato. «Noi la mentalità l'abbiamo cambiata già decine di volte - replica Gurtner - e siamo disposti a parlare di flessibilità produttività. Anche del macchinista unico. Ma è un discorso che deve essere accompagnato anche da precisi impegni sull'ammodernamento dei mezzi, della tecnologia e della sicurezza».

Giulio Garau