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Il Piccolo 02-11-2001

Autovie, segnali di disgelo tra Tondo e Galan

Dopo i recenti attriti, Arduini autorizza la firma: è un messaggio di pace. Nuovo Cda, diluvio di candidati

TRIESTE - Autovie Venete parteciperà a Veneto Strade, la Spa che si andrà a costituire a breve e che avrà come compito la gestione del patrimonio viario di cui l’Anas cederà la competenza alla Regione nell’ambito dell’ormai nota privatizzazione. La notizia arriva alla vigilia dell’incontro (in programma a Palazzo Balbi questa mattina) tra i diversi soggetti interessati, attraverso il recapito di una lettera con precise indicazioni da parte dell’ assessore alle Finanze, Pietro Arduini, al vicepresidente di Autovie Venete, Lucio Leonardelli.

FIRMA DA MEZZO MILIARDO. Oggi Leonardelli quindi comunicherà formalmente l’ adesione della concessionaria di via Locchi a Veneto Strade. La composizione del capitale, 10 miliardi, prevede il 50% distribuito tra le sette province venete, il 30% alla Regione Veneto, il restante 20%, suddiviso in quattro quote del 5% ciascuna, tra Autostrade spa, Autovie Venete, Brescia-Padova, Venezia-Padova. Per Autovie si tratta quindi di una partecipazione del valore di 500 milioni di lire. La presidenza e le due vicepresidenze saranno assegnate alle Province, amministratore delegato e direttore generale saranno indicati dalla Regione Veneto, nel Cda siederanno i rappresentanti delle quattro società concessionarie. Sulla nuova società ricadrà la competenza di 1.700 chilometri di strade statali sui 2.400 dell’intero patrimonio Anas, e dovrà garantire manutenzione, gestione e sviluppo.

«PACE» CON GALAN. Stante l’esistenza di una rete interconnessa tra le due regioni, come ad esempio la strada statale 14, l’importanza di rapporti tra le due Regioni, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, è evidente, ed è stata compresa dalla giunta friulana che ha infatti dato il proprio placet alla partecipazione di Autovie all’iniziativa. Avrà anche la valenza di segnale di disgelo in vista della partita che si giocherà per gli equilibri all’ interno della concessionaria capofila? È molto probabile.

ASSEMBLEA? FORSE. Sul fronte societario interno, ancora oggi è in dubbio se la fatidica assemblea nel corso della quale sarà nominato il nuovo presidente e i componenti del Cda di Autovie, si terrà proprio il 9 novembre, così come previsto dalla prima convocazione. «Non è certo che riusciremo a concludere le trattative entro quella data», conferma il presidente della giunta regionale. Ma lo stesso Tondo non se la sente ancora di escludere il contrario: cioè che l’assise si svolga regolarmente. L’unico dato inoppugnabile è che i tempi sono particolarmente ristretti. La prossima riunione di giunta è stata convocata per martedì 6 novembre, quindi: o quel giorno la maggioranza avrà trovato l’accordo sul nome più importante, quello del presidente della Spa, oppure i rappresentanti del socio di riferimento mancheranno l’appuntamento del 9 rendendo impossibile lo svolgimento dell’ assemblea, che tornerà a riunirsi il 16 novembre, in seconda convocazione. E non è nemmeno escluso un rinvio ulteriore, a data da destinarsi. La procedura impone infatti anche la richiesta di parere, obbligatorio se pure non vincolante, alla giunta delle nomine sul nome del presidente, la quale ha fino a 30 giorni di tempo per esprimersi. Non risulta che sia stata convocata per i prossimi giorni, ergo... il procastinare la decisione sembra davvero assai probabile.

MISTERO SUL PRESIDENTE. E che non sia facile individuare un manager rigorosamente corregionale al quale affidare Autovie è intuibile dalla ridda di nomi che continuano a circolare tra esponenti della giunta e del Consiglio regionale. Tra questi insistentemente, in questi giorni, si va affermando quello del professor Matildi, docente di Scienze delle costruzioni all’Università di Bologna. Si continua a sussurrare quello del presidente dell’Ezit, Ferrante, e anche quello di Donaggio. Ci sono poi Berti, Scotto, addirittura Desiata e anche Di Bert, presidente degli Industriali di Gorizia. Chi più ne ha più ne metta. Si guarda con attenzione soprattutto tra gli uomini vicini ad Antonione, dato che dovrà essere lui a dire l’ultima parola.

LINEA MORBIDA. Così come si guarda con curiosità a ciò che accade tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto, tra Tondo e Galan, per tentare di capire in quale modo, e se, si arriverà a una ricomposizione della frattura creatasi attorno alla vicenda Autovie. C’è chi sostiene che Renzo Tondo sia il fautore di una linea morbida, con il riconoscimento al Veneto del vicepresidente e di un consigliere. Una linea che trova opposizione, pare, in Ferruccio Saro, il «tessitore» di una strategia che punterebbe a escludere riconoscimenti al Veneto e a favorire l’uscita di Gavio, il socio privato, da Autovie. Da qualsiasi parte lo si guardi, è un terreno minato. E in gioco c’è più di una rappresentanza proporzionale in seno a un Cda, tanto più in una società chiamata a realizzare investimenti per migliaia di miliardi di lire, dei quali una parte consistente riguarda il Veneto.

INDUSTRIALI VENETI IN ALLARME. Esprime preoccupazione per la crisi in cui è piombata Autovie, infatti, l’Unione degli industriali della provincia di Venezia. Lo fa attraverso una lettera inviata al vicepresidente Lucio Leonardelli a firma di Paolo Scaroni, presidente di Unindustria, il quale «ritiene doveroso ribadire l'importanza e l’indifferibilità di investimenti programmati da diversi anni e inseriti nel piano finanziario della società» e auspica che la crisi interna trovi pronta soluzione per evitare la compromissione di iniziative già avviate e di soluzioni che avranno grande impatto sul territorio, delle quali il mondo produttivo del Veneto e dell’ intero Nordest hanno estrema necessità.

Elena Del Giudice