Il Messaggero Veneto 15-12-2001
Tra il Friuli-Venezia Giulia e la Carinzia un protocollo d'intesa per la cooperazione economica
Patto con il governatore per l'internazionalizzazione. I ds Budin e Zvech lasciano la sala
TRIESTE - Dopo auspici, annunci, presentazioni, l'accordo di collaborazione tra Friuli-Venezia Giulia e Carinzia viene firmato, e si istituiscono quei gruppi di lavoro già avviati mesi fa sul Woerthersee, ma ufficiosamente, perché mancava l'avallo nazionale. Jeorg Haider arriva all'hotel Savoia (nel palazzo della giunta, colpito da un black out ai termosifoni, si rischia l'assideramento) come sospinto dai refoli del vento. Ed è più gasato che mai, "imborezzà", per usare un intraducibile idiotismo. Dice che finalmente si può sottoscrivere l'accordo «bloccato dal governo di sinistra», ma ormai la visita non sa più di scandalo, il pericolo Fpoe per l'Europa non se lo fila più nessuno. In fondo l'Austria non ha mica sollevato problemi con il mandato di cattura internazionale, ironizza qualcuno.
C'è solo un "caso" marginale, l'abbandono della sala da parte del senatore dei Ds Milos Budin e del vicecapogruppo regionale Bruno Zvech. «L'invito era a partecipare a un'illustrazione delle linee di intervento rispetto all'Europa. Ho scoperto trattarsi di una cosa diversa», dice questi. «Il problema non sta nei contenuti del protocollo, ma nei rapporti istituzionali».
Al tavolo, oltre al leader del Land, il presidente Renzo Tondo, la vicepresidente Alessandra Guerra, l'assessore all'Industria, Comercio e Turismo Sergio Dressi. Più un convitato di pietra, il sottosegretario ed ex presidente Roberto Antonione, il cui lunghissimo messaggio augurale è come un memento: questa cosa l'ho messa in piedi io, quando a dar la mano a Jeorg si rischiava l'anatema.
In platea un vero parterre du roi: il presidente della contea istriana Ivan Jakovcic, il segretario di Stato sloveno Joze Susmel (interessatissimi al concetto di macroregione, già avviata dai progetti Interreg e Phare, oltre che dal normale interscambio economico). Poi i vertici di Finest, Informest, Simest. E Massimo Paniccia, Adalberto Valduga, Enrico Bertossi, Carlo Appiotti, con tanti altri. Si passa ai contenuti, già noti peraltro dalla scorsa estate: si costituiscono team di confronto e concertazione su tutta una serie di settori. In primis le attività produttive (con particolare riferimento ad artigianato, commercio, Pmi, mercato del lavoro), le infrastrutture (Corridoio 5, Corridoio adriatico, porti), l'agricoltura (coltivazioni biologiche, agriturismo, foreste e malghe), tutela del territorio e sviluppo della montagna.
Poi protezione civile e turismo (per sinergie sull'offerta, anche con altre realtà), cultura e formazione (specie in relazione alle lingue delle regioni contermini, con scambio di insegnanti e studenti), ricerca scientifica e innovazione tecnologica (in previsione contatti tra università e centri di ricerca), politiche sociosanitarie (il "progetto giovani" sugli stili di vita), gemellaggi. Un articolo specifico è dedicato allo sviluppo di Pramollo (sul quale, come si sa, il problema sono le risorse private che mancano), il Friuli-Venezia Giulia si impegna inoltre a tutelare e a valorizzare il patrimonio linguistico e culturale delle comunità locali germanofone, mentre la Carinzia sosterrà le associazioni che valorizzano lingua e cultura italiane.
Nel contesto degli "Stati generali" transfrontalieri vengono anche illustrati i contenuti dello sportello unico per l'internazionalizzazione. Si tratta dell'unica novità concreta, vista che i buoni propositi enunciati e firmati seguono a ricalco quelli già sentiti più volte. Lo "sportello" viene presentato da Dressi come un «centro di contatto unico» in grado di fornire «il quadro complessivo degli strumenti finanziari, assicurativi, promozionali, di assistenza tecnica, regionali, nazionali ed europei». «Ne faranno parte i rappresentanti di quelle istituzioni che, a vario titolo, si occupano di rapporti economici internazionali: Finest, Informest, Friulia, Unioncamere, Simest, Ice, Sace», dice ancora l'assessore. «La sede centrale, istituita presso la Finest, e con eventuali sedi provinciali, potrà collegarsi con gli altri enti regionali e il sistema bancario. Sarà inizialmente uno sportello informativo, per diventare poi un vero partner per le imprese».
Luciano Santin