Il Piccolo 04-04-2002
Da Udine il vicepresidente della Confederazione degli industriali dà un giudizio negativo alla superlobby battezzata da Berlusconi al Castello di Miramare
«Quel sodalizio rappresenta solo Forza Italia». Poi sollecita il governo al dialogo sull'articolo 18
«Necessario sbloccare la riforma del lavoro e la legge sugli immigrati». Corridoio 5, appello agli ambientalisti: «Non ostacolino lo sviluppo»
UDINE - Riforme e dialogo, benvenuti. Nesis? No grazie. Le due parole chiave dell'intervento di Nicola Tognana, vicepresidente di Confindustria, ieri a Udine per parlare di ambiente, energia e infrastrutture, ma inevitabilmente coinvolto sui temi caldi dell'economia italiana e regionale, trovano ampio spazio prima di una rapida bocciatura dell'associazione tra gli imprenditori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, tenuta a battesimo lo scorso marzo a Trieste dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Parliamoci dunque, ma non usciamo dalle associazioni di categoria, «il cui contributo - ha detto Tognana - è fondamentale, anche perché sono le uniche a rappresentare gli interessi degli imprenditori. Nesis rappresenta uno schieramento politico ben definito (Fi, ndr) - ha aggiunto - mentre il sistema delle associazioni deve dialogare a tutto campo con le istituzioni. Può trattarsi anche di una nuova opportunità, ma bisogna giudicare sui fatti. Di solito verifico sulla concretezza, quindi attendo». Anticipando, in tema con il convegno «Ambiente, energia e infrastrutture: Confindustria per la competitività delle piccole e medie industrie», la novità «Ecoimpresa», il progetto di Confindustria per la diffusione della certificazione d'impresa, Tognana ha toccato il «presente» della regione in materia ambientale, dalle gestioni commissariali ai grandi progetti infrastrutturali.
«Se il commissario va bene da una parte - ha spiegato -, non è detto che vada bene dappertutto. È positivo invece che sia finalmente iniziato un processo di unificazione normativa tale da fornire alle aziende un quadro più chiaro, e di conseguenza più rispettabile, degli adempimenti». «Sulle perplessità degli ambientalisti in un'area che pensa al Corridoio 5 - ha proseguito -, si deve chiedere all'ambientalismo "intelligente" di ammettere che il deficit infrastrutturale è un dato acquisito. Con il buon senso bisogna dunque puntare a soluzioni che, nel rispetto dell'ambiente, non neghino alle future generazioni la via dello sviluppo».
Sulle riforme, il vicepresidente di Confindustria ha sottolineato il plurale. Quella del mercato del lavoro è fondamentale, ma non può avere da sola l'effetto della bacchetta magica. Così come l'articolo 18 non può risultare un ostacolo insormontabile. «Si chiede solo - ha sottolineato Tognana - di sperimentare per un biennio se, togliendo i vecchi orpelli, sia possibile far crescere l'occupazione. Alla fine valuteremo, non ha senso rifiutare a priori la prova. Certo, il dialogo va recuperato, ma se le posizioni risulteranno comuni solo in parte, il governo deve prendersi la responsabilità delle scelte.
Qualcosa va fatto: nel Nordest, che ha un basso tasso di disoccupazione ma ne ha uno altrettanto basso di occupazione, si dovrebbe puntare molto, per esempio, sul part-time». Un cambiamento. Ne servono altri. «Il Paese ha bisogno di una serie di grandi modernizzazioni: oggi è stato approvato il decreto sblocca-centrali, ma all'ultimo momento sono stati stralciati articoli che prevedevano l'abbassamento della quota di mercato dell'Enel. Ci aspettiamo più convinzione del Governo sulla liberalizzazione delle "public utilities", la legge sull'immigrazione, la riforma pensionistica e quella fiscale». Prima di essere incalzato su Nesis, Tognana ha costruito l'ultimo monumento al dialogo: «Imprenditori del Friuli Venezia Giulia e del Veneto hanno dei punti di contatto ed è logico che, nell'attesa di un ulteriore impulso dai governatori delle due Regioni, cerchino di svilupparli in opportune alleanze imprenditoriali». Fuori da Nesis, se possibile.
Marco Ballico