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Il Messaggero Veneto 27-11-2001

Tirelli: «Sì, ma a fini terapeutici e con un comitato di controllo»

(S.C.) Discordanti le posizioni anche tra gli uomini di scienza. Abbiamo sentito Umberto Tirelli, del Cro di Aviano, a proposito di quanto portato avanti dall'Act.

«Ritengo - ha detto - che la ricerca scientifica non si possa sopprimere, ma controllare con delle leggi. L'eticità della clonazione umana è un discorso controverso, ma se teniamo conto dei vantaggi, ovvero la possibilità di curare malattie come la diabete, il cancro, quelle degenerative del cervello, non possiamo bloccare la ricerca. Certo, la ricerca andrebbe controllata dagli istituti statali, accademici, di tutto il mondo, altrimenti, se la ricerca non la faranno i Paesi occidentali, ci penseranno altri».

Possiamo parlare di un primo passo verso la medicina rigenerativa?

«Parliamo di un uso a fini terapeutici per curare certe malattie senza possibilità di guarigione. Non si può non tenere conto del volere dei pazienti. Potrebbe essere il primo passo versa la medicina generativa, ma bisogna effettivamente vedere se funziona».

La clonazione umana può essere accettabile?

«Creare un uomo a sua immagine e somiglianza non ha senso, non è etico. Ci dovrebbe essere un comitato etico che prende delle decisioni su questioni del genere».

Oggi cosa stiamo facendo nel campo della ricerca?

«Usiamo le cellule staminali delle persone, facciamo già in laboratorio manipolazioni di questo tipo. Resta da verificare se le cellule che arrivano dall'embrione umano sono più efficienti e per quali malattie ci sono dei vantaggi. La ricerca si basa su tre principi: l'idea, la plausibilità biologica, e l'efficacia, cioè se la sperimentazione funziona. Sono favorevole alla ricerca».

Anche i radicali hanno valutato positivamente l'esperimento sulla clonazione terapeutica. «Da oggi - si legge in una nota di Stefano Santarossa - si apre una concreta speranza di vita e di guarigione per milioni di donne e di uomini. A Pordenone sono più di 300 i cittadini che hanno sottoscritto la proposta radicale per la libertà di ricerca scientifica: quando saranno raccolte in Italia le 50 mila firme, tale proposta di legge sarà presentata in Parlamento».