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Il Messaggero Veneto 21-11-2001

Summit imprenditoriale a Buttrio per avviare un gruppo di lavoro guidato da Picco. Galan: insieme per non essere marginali

Veneto-Friuli, patto per lo sviluppo

Valduga: ora abbiamo punti di riferimento anche a Roma. Antonione: darò voce al Nord-Est

BUTTRIO - (mtm) Veneto e Friuli hanno rinsaldato i rapporti e stipulato un nuovo patto per lo sviluppo che sarà costruito grazie all'apporto di una task-force economico-manageriale affidata al diplomatico Picco. Questo il senso dell'incontro di ieri sera, sulle colline di Buttrio, a villa Dragoni. Oltre trenta imprenditori delle due regioni, ospiti di Marina Danieli, hanno aperto la strada a un comune progetto di sviluppo per il Nordest, come da tempo era negli auspici dei capitani d'industria, forse un po' inascoltati dalla politica che ieri, invece, ha dispiegato interlocutori di prestigio: il sottosegretario Antonione, garante del rapporto con il Governo Berlusconi; e il presidente del Veneto Galan, testimone dello strappo ormai ricucito tra le due realtà politiche ed economiche. A loro si è poi aggiunto il presidente friulano Renzo Tondo per salutare l'avvio di una sinergia tra le due realtà.

La serata si è articolata sulle relazioni del presidente degli industriali di Udine, Adalberto Valduga, che ha preso atto dell'intento condiviso di coordinarsi per rafforzare il Nordest; e quella del diplomatico friulano Giandomenico Picco, che ha disegnato il quadro internazionale dopo l'11 settembre, prospettando opportunità e rischi. Tondo, Galan e Antonione hanno quindi suggellato il riavvio del processo di sviluppo in comune salutato da Valduga, che in apertura, ha espresso l'augurio che l'imprenditoria friulana e quella veneta, nel rispetto delle reciproche diversità e autonomia, sappiano avvicinarsi e coordinarsi per "fare sistema e competere meglio sui mercati internazionali.

Valduga ha detto che la riunione di Buttrio era stata voluta dai rappresentanti delle imprese delle due regioni «perché abbiamo problemi simili, siamo due territori contigui, che si caratterizzano per una rete di piccole e medie imprese che hanno analoghi problemi di crescita di dimensione per poter competere meglio e conquistarsi una quota di mercato».

Valduga ha rilevato che «si sta creando una situazione interessante, perché finora la nostra regione ha sofferto per una non adeguata proiezione nazionale in campo finanziario, politico ed economico. Ora comincia ad avere punti di riferimento nel governo nazionale, di grande prestigio, con incarichi di rilievo», come testimoniato dal ruolo assunto dal senatore Roberto Antonione, con il sottosegretariato agli Esteri, ma anche con il prestigioso incarico di partito che lo vede al vertice organizzativo di Forza Italia. Riferendosi al senatore e al presidente del Veneto Galan, Valduga ha sottolineato che l'imprenditoria friulana e veneta ha ora «interlocutori credibili ai quali rivolgerci. Tanto piú che le nostre regioni dispongono di due governi omogenei a quello nazionale, il che faciliterà senz'altro il dialogo tra l'esecutivo Berlusconi e le giunte regionali».

Il diplomatico Picco ha quindi delineato lo scenario internazionale dopo la tragedia dell'11 settembre sottolineando le tre grandi questioni sorte dopo gli attentati agli Usa: la prima riguarda una questione secolare, cioè la "simpatia" tra islamismo e confucianesimo. L'attentato delle torri gemelle ha di fatto diviso l'Isalm dal confucianesimo con la conseguenza che la Cina è stata attratta dal mondo occidentale. Al punto che secondo Picco si parlerà presto di G9. La seconda questione riguarda l'Iran, Paese che ha combattuto fin dall'inizio i talebani e che ora ha trovato un terreno d' intesa con gli Stati Uniti. I segnali di avvicinamento sono sempre piú evidenti. Infine, gli effetti su Arabia saudita e Pakistan, due nazioni - ha detto Picco - complementari. Con la crisi dell'11 settembre, hanno deciso di avvicinarsi all'Occidente, ma per ragioni culturali e politiche non possono fare una scelta netta di campo.

Il presidente del Veneto, Galan ha sottolineato che «Veneto e Friuli hanno questa grande opportunità di lavorare insieme. Qui c'è il meglio dell' imprenditoria: se non vogliamo essere marginali, abbiamo il dovere di giocare insieme la partita. Abbiamo tanti competitori, a cominciare dalla Lombardia. Vogliamo essere la porta tra l'Est e l'Ovest? Costruiamo insieme le grandi infrastruture». Galan ha poi invitato a riflettere sulla necessità di integrare i sistemi portuale e aeroportuale e il sistema stradale e sul fatto che «un ruolo fondamentale lo gioca non solo la politica, ma anche l' imprenditoria. Bisogna fare che queste migliori intenzioni diventino pratica quotidiana. Questo è il motivo per cui siamo qui: per costruire qualcosa che guardi al futuro e vada anche ristrutturato. Personalmente non potrò che adoperarmi perché ciò avvenga». Per parte sua il presidente della giunta Tondo ha subito rilevato che «il Friuli è pronto a giocare la sfida della competizione».

Il sottosegretario Antonione ha osservato che «la politica da sola riesce a fare poco. Voi potete produrre non solo benessere per le vostre imprese, che è il vostro compito; ma per l'intera società, e più che mai il Nordest ha bisogno di costruire una sua rete di sviluppo. L'interesse comune è costruire insieme energie, lavoro, impegno per modificare le cose, per dare voce e peso a realtà trainanti anche per il Paese, che non sempre avverte le straordinarie opportunià del Nordest. E' necessario che qualche collegamento con il Governo ci sia: cercherò di fare il possibile. Ma è importante che voi imprenditori facciate un passo avanti: ora ci sono tutte le condizioni e le opportunità. Dovete essere un punto di riferimento anche critico, capace di rappresentare la classe dirigente». In conclusione il presidente di Friulia, Franco Asquini, ha espresso l' augurio che nasca un gruppo di opinione, magari nella forma di una fondazione, per un contributo di idee e di proposte. Un "brain trust" delle due regioni guidato da Picco.