Il Messaggero Veneto 13/10/2001
Il mancato parere della commissione 3 non ferma la Guerra
TRIESTE La giunta regionale ha sbloccato ieri i fondi per l'associazionismo sloveno, in merito ai quali la terza commissione consiliare aveva deciso di soprassedere per ulteriori approfondimenti. La cosa aveva suscitato vivaci polemiche, e così, in considerazione del fatto che il parere aveva soltanto valore consultivo, la vicepresidente Alessandra Guerra ha deciso di andare avanti, presentando la relativa delibera e facendola approvare dall'esecutivo.
I problemi erano sorti, paradossalmente, proprio con l'approvazione a livello nazionale della legge per la tutela globale della minoranza. La norma stanzia dieci miliardi per il 2002, ma solo cinque per l'anno in corso, a fronte di una necessità di almeno sette miliardi. C'era stato allora l'impegno del presidente Renzo Tondo di anticipare due miliardi sui dieci del prossimo anno (dal momento che i fondi vengono tutti veicolati dalla Regione). Il piano di suddivisione tra gli organismi era poi stato approvato dalla commissione consultiva degli sloveni, presieduta dalla stessa Guerra, ma al passaggio nella commissione cultura i consiglieri Bortuzzo (LN), Molinaro (Cpr) e Staffieri (FI) avevano proposto di aspettare, per verificare meglio la destinazione dei fondi.
Ciò però non ha impedito alla giunta di procedere. Oggetto del mancato parere, alcune neonate associazioni, alle quali sarebbero stati negati i finanziamenti.
«Il problema era che esisteva un preciso impegno assunto dal presidente e dalla sottoscritta nei confronti, oltre che della minoranza, anche del presidente della Slovenia, Milan Kucan», spiega Alessandra Guerra. «Avevo cercato di dare una risposta immediata effettuando il riparto già in luglio. Poi però ci si sono messe di mezzo le ferie. Contando sulla promessa fatta, tutte le associazioni avevano nel frattempo già impegnato i fondi, e si trovavano in ristrettezze tali da non poter garantire gli stipendi».
«In questa situazione evidentemente non si poteva soprassedere. Oltre alle proteste della minoranza, c'erano state anche delle immediate, preoccupate reazioni del governo di Lubiana, fatte attraverso il consolato di Trieste», spiega ancora l'assessore, che liquida poi il problema nelle nuove associazioni, punto del contendere, almeno dichiarato: «Erano disponibili dei fondi residui, ai quali avrebbero benissimo potuto accedere. Invece hanno preferito rinunciare, e fare domanda sui nuovi finanziamenti. Francamente mi sfugge il motivo per cui hanno deciso così, probabilmente esistono motivi che non conosco».
Luciano Santin