Il Messaggero Veneto 23-03-2002
Il "regista" di Fi: An litiga per ragioni congressuali. Illy si paghi il referendum
di TOMMASO CERNO
UDINE - Nessun pericolo incombe sulla nuova legge elettorale del Friuli Venezia Giulia. E nemmeno sull'unità della Casa delle libertà, pronta a scongiurare il tatarellum, il sistema di voto delle regioni ordinarie, in caso di referendum. Il deputato di Forza Italia, Ferruccio Saro, non dà peso allo scontro interno ad Alleanza nazionale, dopo che l'assessore regionale Paolo Ciani ha annunciato il "no" di massa del suo partito alla riforma appena varata. Gli attacchi del "regista" degli azzurri si scagliano invece contro Riccardo Illy, «unico a sinistra a volere davvero il referendum e che, per questo, dovrebbe pagarselo da solo».
Onorevole Saro, gli attacchi alla legge elettorale non giungono solo dall'Ulivo ma anche da An. La riforma non piace nemmeno al Polo?
Questa legge va inquadrata in un dibattito più ampio che si sta sviluppando in Italia e che riguarda i sistemi elettorali approvati dopo il 1992. Diciamo che è un laboratorio nazionale.
Un laboratorio per sperimentare il proporzionale della seconda repubblica?
C'è stato un passaggio, nella prima repubblica, dal proporzionale a sistemi diversi, che hanno sempre più bisogno di correzioni. C'è una diffusa situazione di malumore in molte regioni italiane, proprio perché il tatarellum presenta storture. In Friuli Venezia Giulia abbiamo cercato di eliminare questi difetti.
Se è così, perché Formigoni, Galan, Storace parlano di ritorno alla partitocrazia e difendono l'elezione diretta?
I governatori vogliono mantenere alcune prerogative che sono concesse loro. In più vogliono soffocare un reale disaccordo sempre più diffuso in Italia.
Quale disaccordo?
I problemi maggiori nelle amministrazioni regionali si registrano proprio tra governatori e maggioranza, visto che il tatarellum elimina il dialogo tra presidente e consiglio. Per non parlare dell'opposizione che non è in grado di esercitare nemmeno un ruolo di controllo.
Per cui, onorevole Saro, secondo Forza Italia la riforma elettorale migliora la legge in vigore nel resto del Paese?
Al punto che sarà presa ad esempio da molte regioni italiane, perché garantisce la stabilità e l'alternanza da cui nessuno vuole tornare indietro, visto che è entrata nell'immaginario collettivo. Ma porta, oltre a questo, anche numerosi vantaggi alla popolazione.
Quali vantaggi dunque ci sarebbero per gli elettori del Friuli Venezia Giulia?
Intanto lo sbarramento è il più alto di tutta Italia. Il 4% non ce l'ha nessuna regione. Per cui chi dice che abbiamo fatto una legge per favorire i partiti si sbaglia.
Ma l'Ulivo replica che la gente non sceglie il presidente. E che il consiglio può cambiarlo quando vuole.
Questo non è vero. Anche con l'elezione diretta il nome del presidente lo scelgono i partiti, non c'è nessun sistema al mondo capace di fare diversamente. La realtà è che su questo punto non esiste una contrapposizione tra il nostro modello e quello delle altre regioni. Il presidente è scelto dal voto popolare e resta in carica, salvo in caso di morte o permanente impossibilità.
Però è solo indicato nel listino.
In un listino da tre nomi: governatore, vice e presidente del consiglio regionale. Siamo in grado di fare una proposta policentrica e rappresentare sia il Friuli che la Venezia Giulia. Col tatarellum eleggerebbe dodici persone.
Ma allora, se la legge rispetta i capisaldi del bipolarismo, perché i presidenzialisti di An sono contrari?
La Casa delle libertà, così come ha votato il provvedimento in aula, lo difenderà all'unisono anche nella campagna referendaria, sempre che ce ne sia una.
Come può esserne certo, se l'assessore Ciani sostiene che intendono abrogare la riforma?
Il dissenso dentro An va collocato nell'ottica di una fase pre-congressuale che certamente porta alla luce alcuni scontri interni. La legge elettorale in questo momento è solo uno strumento per far emergere queste posizioni.
Però l'Ulivo fa fronte unico ed è pronto a raccogliere le firme per abrogare la riforma. Non mi dirà che anche quello del centro-sinistra è un bluff?
In un certo senso. La sinistra non è unita contro questa legge perchè non è una norma di centro-destra. Tant'è vero che Rifondazione comunista ha votato a favore.
Ma l'Ulivo in blocco dice no.
Molti anche nell'area moderata dell'Ulivo e nei Ds hanno sempre sostenuto la necessità di una norma di questo tipo, e adesso dovrebbero applaudire alla nostra riforma. Io credo anzi che, alla fine, popolari e sinistra ds condividano lo spirito della legge.
Però hanno già preparato i moduli per le 36 mila firme autenticate per abrogarla?
Quelle servono solo a Illy, per cui alcuni dirigenti dell'Ulivo hanno ingaggiato una battaglia per servire lui. E il referendum che vogliono, sul quale li invito a riflettere seriamente, serve solo a un disegno dell'ex sindaco di Trieste.
Illy invece sostiene il contrario. E cioè che il Polo vuole vincere a tutti i costi le regionali?
Illy è l'unico che vuole una legge diversa dalla nostra, e la chiede a sua immagine e somiglianza. Dunque dovrebbe pagarsi il referendum da solo, senza usare il denaro pubblico della Regione per farsi una campagna elettorale su misura.
Propone che Illy sia lo sponsor del referendum, onorevole Saro?
Si, col logo del caffè. Per non sperperare il denaro pubblico per un progetto che serve solo a disgregare la regione.
Un'accusa forte, non trova?
Se la sinistra ha deciso di gettare il cervello all'ammasso non è colpa di Forza Italia. E se Illy ormai è la giustificazione a tutto, l'accusa non è per nulla forzata.
Si dice, onorevole, che lei stia già pensando ad una legge bis dopo il referendum, con l'accordo dei ds. E' vero?
No. Anzi, non ci sono i tempi, né le condizioni politiche per una nuova legge. Qui si tratta di scegliere una volta per tutte.