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Il Piccolo 17-06-2002

SPALATO - Da una settimana due funzionarie della Matrix croata hanno adottato questa estrema forma di protesta

Sciopero della fame per ottenere gli stipendi

Da un anno non ricevono un soldo e sono state maltrattate dalla polizia

Sotto accusa il responsabile della «centrale» zagabrese, il deputato Boris Maruna, che ha creato nel capoluogo dalmata un ufficio «parallelo»

SPALATO - Sciopero della fame da una settimana per Anita Mikas e Dijana Delas, funzionarie spalatine della Matrix croata degli emigrati (Hmi) e del Centro Informativo croato (Hic). Le due donne hanno dichiarato di essere in uno stato di prostrazione fisica e psichica, stanno rinunciando al cibo come forma di protesta contro i responsabili dei due uffici che le starebbero «maltrattando oltre ogni dire», assieme alla locale polizia.

«Siamo state costrette a ricorrere allo sciopero della fame - spiega la Mikas - in quanto, dopo sette anni di lavoro negli uffici, ci ritroviamo senza stipendio e senza alcuna certezza per il futuro». Stando alla funzionaria, responsabile della situazione sarebbe Boris Maruna, direttore centrale della Matrix croata. «Prima delle elezioni politiche nel gennaio 2000 - prosegue la donna - le due organizzazioni lavoravano congiuntamente e quindi si sono scisse a livello statale. Fino allora non avevamo avuto dei grossi problemi, promuovendo festival Folfloristici e kermesse di vario tipo. Sappiamo che Maruna ha firmato il bilancio 2001 dell'ufficio spalatino per la Matrix croata degli emigrati. Si tratta di 35 mila euro, di cui noi due, fatta eccezione per il pagamento delle bollette telefoniche, non abbiamo visto neppure un centesimo. Dove sono spariti questi soldi?».

E le accuse della Mikas, che dichiara di non appartenere a nessun partito, si fanno ancora più roventi: «È da più di un anno che non riceviamo il salari, periodo in cui il signor Maruna ha pagato la funzionaria di un nascente ufficio spalatino, sede che si serve illegalmente del timbro dell'organizzazione statale degli emigrati». La donna ha quindi fatto sapere che a Spalato è stata promossa una raccolta di firme contro quanto avvenuto, iniziativa che in un paio di giorni ha visto circa 800 persone sottoscrivere la petizione. «Ma non è tutto - aggiunge la Mikas - è da qualche tempo che la polizia di Spalato ha preso a importunarci in quanto, secondo quanto afferma Maruna, il nostro sarebbe un ufficio fantasma e dunque veniamo trattate da criminali.

È successo addirittura che alcuni agenti in uniforme ci prelevassero da un caffè bar per portarci in un commissariato, dove uno dei capi della questura spalatina, Suncica Gluncic, ci ha aggredite verbalmente, urlando che ci avrebbe fatte anche arrestare, Immaginatevi il nostro stato d'animo. La polizia ha voluto usare un tattica di stampo comunista nei nostri riguardi, ma noi ci chiediamo soltanto di poter lavorare in pace e di non essere molestate». Da aggiungere che nel caso delle due donne si è soffermato il quotidiano Slobodna Dalmacija di Spalato e che fino a questo momento il citato Maruna, che è anche parlamentare, non ha voluto commentare il caso.

Red