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Il Piccolo 23-06-2002

SONDAGGIO IL PICCOLO-SWG - A 12 mesi dall'elezione di Roberto Dipiazza, Trieste sembra aver perso fiducia in un rilancio economico e imprenditoriale

Ritratto di una città ripiegata su se stessa

Il campione chiede maggior attenzione agli anziani e promuove soltanto il piano del commercio

E' come se, a un anno di distanza, Trieste avesse smesso di sognare. «Ma a cosa serve una forte rilancio industriale, pensiamo alla vecchiaia senza agitarci troppo», dicono oggi i triestini.

Una città è come un corpo vivo che nasce, cresce, invecchia, muore, rinasce, è felice, triste, si ammala e guarisce. E come i dottori cercano indicazioni sullo stato di salute del paziente tastandone il posto o auscultandone il cuore, la statistica ha messo a punto tecniche raffinate e metodi scientifici per «sondare» gli umori e la «temperatura» degli agglomerati di persone. Di quello che, non a caso, nel momento cruciale - quando si vota - viene chiamato «corpo elettorale».

E il 24 giugno 2001 questo corpo elettorale decide - al turno di ballottaggio - di svoltare: Roberto Dipiazza, candidato della Casa delle libertà diventa sindaco di Trieste con una percentuale del 53,36%, lasciando al suo avversario, Federico Pacorini al 46,64%. Riccardo Illy, che era stato sindaco per due mandati consecutivi dal 1993, non potendo candidarsi per legge alle comunali, si era dimesso per presentarsi alle politiche, venendo eletto deputato. Finisce in piazza Unità l'era del Centrosinistra e comincia quella del Centrodestra. «Ho un debito verso Trieste e lo onorerò con il mio lavoro» disse Dipiazza in Municipio, abbracciato da Roberto Antonione che aggiunse: «E' stata una grandissima vittoria. Da ora abbiamo tutti una responsabilità in più. Se non riusciremo a fare quello che abbiamo promesso non avremo scuse».

Domani 24 giugno sarà il primo anniversario della giunta Dipiazza, che dovrà governare ancora per quattro anni. Non siamo neppure al tradizionale bilancio di mezzo mandato, quindi forse troppo presto per dare giudizi definitivi, ma un primo traguardo è stato tagliato. E questi dodici mesi sono stati caratterizzati da polemiche, da promesse ma anche da progetti. L'impostazione dei problemi è apparsa evidente ed evidente anche l'imprinting culturale diverso dal passato. «Il Piccolo», proprio in questo primo anniversario di giunta Dipiazza ha deciso di commissionare alla «Swg» un'indagine per capire come l'umore e il «sentiment» della gente sia cambiato. O non sia cambiato. Questi sono i risultati.

Il panorama delle esigenze e attese del futuro di Trieste si delinea in modo abbastanza preciso. L'attesa che la città possa diventare un forte centro economico e imprenditoriale, pur rimanendo elevata, segnala un netto calo. Le risposte provengono in numero superiore alla media da persone che si collocano nella fascia tra i 35 e i 64 anni. Analizzando il livello di scolarità degli intervistati, si nota che s'impone con una percentuale maggiore rispetto alle altre, una scolarità medio alta, diploma e laurea.

I dati segnalano invece una forte focalizzazione sui miglioramenti ai servizi sociali e sanitari e una maggiore attenzione agli anziani, problema ricorrente e significativo data la composizione demografica della città. A sostenere queste richieste sono soprattutto le donne, coloro che hanno più di 64 anni e i soggetti con minor livello di istruzione. Da questi dati potrebbe trasparire una certa insoddisfazione nei riguardi delle strutture sanitarie e dei servizi sociali, o più probabilmente una progressiva crescita della domanda. Il calo più evidente è quello relativo alle iniziative culturali che dal 70% passano al 47% delle valutazioni positive.

Sono soprattutto i giovani e gli elettori di sinistra e Centrosinistra a sottrarre l'appoggio all'attuale amministrazione. Anche la realizzazione delle opere pubbliche appare meno brillante rispetto all'anno scorso. Meno pesante invece il calo relativo agli impianti sportivi. Continua a piacere la manutenzione del verde pubblico, che trova un consenso trasversale, mentre l'eliminazione delle barriere architettoniche e il problema dei parcheggi destinati ai portatori di handicap lascia soddisfatto solo un terzo dei cittadini. Un leggero decremento nei giudizi positivi si osserva anche rispetto ai servizi e agli interventi in campo sociale, che lasciano insoddisfatti i più istruiti, i 35-45enni e gli elettori di Centrosinistra e sinistra.

Leggero decremento anche per le iniziative in campo giovanile, mentre calano i consensi in tema di parcheggi e viabilità. Anche le politiche di sviluppo economico (occupazione, servizi alle imprese, formazione professionale) appaiono ai cittadini meno soddisfacenti che in passato, soprattutto ai laureati. L'unico settore a segnalare un incremento è quello relativo al piano del commercio e iniziative del settore, rispetto al quale i cittadini riconoscono all'amministrazione comunale di aver operato meglio che in passato.

Fulvio Gon