Il Messaggero Veneto 13-09-2001
Sulla volontà di chiudere il contenzioso con Lubiana
Di Natale deluso, Ciani esprime comprensione
TRIESTE – L'annuncio, dato martedì a Lubiana dal ministro degli Esteri Renato Ruggiero, di voler definitivamente chiudere il contenzioso con la Slovenia, rinunciando alla restituzione dei beni dei profughi istriani, ha spiazzato non poco una parte di An. Specie nell'area giuliana, infatti, questa era considerata un punto fermo della politica di An. Solo pochi giorni fa il deputato Roberto Menia, responsabile regionale, aveva plaudito al voto contrario all'ingresso di Lubiana nell'Ue espresso a Strasburgo dal suo partito.
«Una scelta coerente con il no espresso due anni fa al Parlamento nazionale», aveva detto. «La disponibilità dei beni portati via agli esuli italiani è qualcosa che attiene ai più elementari diritti civili. Sinché la nega, la Slovenia non può far parte dell'Europa». Poi, la doccia fredda. La dichiarazione del ministro che ci sono state «iniziative individuali» da parte di alcuni esponenti di An. La scelta del governo di assumere in proprio il risarcimento dei beni abbandonati. E l'okay del vicepremier Fini, espressa in una riunione preparatoria della missione di Ruggiero.
Il consigliere Bruno Di Natale si dice deluso dalla realpolitik adottata dal partito: «Ruggiero vive a Roma, io nel Nord-est. E resto fermo sulle mie posizioni. La Slovenia è figlia della Jugoslavia comunista, e io ho amici e parenti che hanno avuto i comunisti che gli sparavano nell'orto», dice. «L'Italia avrebbe avuto invece il dovere di ridiscutere il trattato di Osimo».
Di tutt'altro tenore le dichiarazioni dell'assessore Paolo Ciani: «Ritengo positiva la scelta. La storia non si cancella, ed è comprensibile come in questa regione le esperienze diverse abbiamo prodotto sensibilità diverse. Ma il mondo deve andare avanti». «Occorre però che l'ammissione tenga presente i danni che ne potrebbero nascere nelle zone di ex confine, costrette a confrontarsi con una realtà assistita in maniera massiccia. Dev'esserci un sostegno anche per il Friuli-Venezia Giulia, che altrimenti potrebbe soffrire di un differenziale insostenibile», dice ancora Ciani. Positivo anche il giudizio di Franco Baritussio, consigliere regionale e sindaco di Tarvisio.
«E' chiaro che la restituzione materiale dei beni rappresentava un percorso che in molti casi si sarebbe potuto rivelare impossibile. L'importante però è che in questa trattativa siano sempre tenuti in considerazione i drammi vissuti dalle persone, anche in termini materiali», sostiene. «E un'altra cosa importante è che la Slovenia, attraverso il dialogo, abbia fatto passi e riconosciuto responsabilità in modo che sino a pochi anni fa appariva molto improbabile, se non impossibile».
L. S.