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Il Messaggero Veneto 15-06-2002

Il coordinatore regionale di Forza Italia fa autocritica: «A Gorizia dopo l'apparentamento con Scarano ci siamo addormentati. Dovrei dimettermi? Se me lo chiedono...»

Romoli: «Sono pronto a tornare in panchina»

«A breve un vertice con Antonione. Agrusti? Non lo considero un avversario. La legge elettorale può essere rivista»

GORIZIA - «Ho sempre e solo servito il partito, ma mai mi sono servito del partito. Se me lo chiederanno, o se avvertirò le condizioni di doverlo fare, sono pronto ad andare in panchina». Parole di Ettore Romoli, deputato e coordinatore per il Friuli Venezia Giulia di Forza Italia, oggi più che mai il politico regionale maggiormente nel mirino. La sconfitta elettorale subita (per soli 26 voti) a Gorizia ha lasciato il segno negli azzurri «nostrani» e nei loro alleati. La prospettiva delle regionali 2003 acuisce questa tensione. Ma Romoli, superato lo smarrimento della sconfitta subita dal Centrosinistra proprio nella sua città, lancia messaggi di ottimismo alla Casa della libertà: «Forza Italia è e sarà ancora - dice - il maggior partito della regione. È una forza ormai radicata nel territorio e non sarà qualche battuta d'arresto a farci paura».

Romoli, dopo la sconfitta di Gorizia ha mai pensato alle dimissioni?

Quando si subisce una sconfitta, anche se per soli 26 voti com'è avvenuto a Gorizia, è giusto che si mettano in discussione i vertici del partito.

Significa che ha pensato a dimettersi?

Ritengo giusto che si apra all'interno di Forza Italia, a tutti i livelli, un confronto di idee per attrezzarci adeguatamente in vista delle regionali del 2003, che saranno un appuntamento di straordinaria importanza. La prossima settimana analizzeremo la situazione assieme al coordinatore nazionale, Roberto Antonione, e in quella sede deciderò l'atteggiamento da prendere.

Intanto sarà bene badare agli attacchi degli avversari in casa propria. Agrusti, che in molti indicano come suo successore al vertice regionale di Forza Italia, non ha tardato a lanciarle dei messaggi precisi.

Non credo che Agrusti rappresenti un problema. Oggi (ieri pomeriggio ndr) abbiamo preso assieme l'aereo che ci ha riportati da Roma a Ronchi e abbiamo parlato molto. Al di là di qualche inevitabile punta polemica, non ho letto nelle sue dichiarazioni particolare accanimento nei miei confronti. Anzi, in questo momento Agrusti mi sembra porti argomenti che possano servire come contributo al nostro dibattito interno. Quello che non ho apprezzato sono le punte polemiche assolutamente ingenerose per Saro e Zoppolato.

Qual è la colpa più grave che si attribuisce per la sconfitta di Gorizia?

Il risultato di Gorizia sta creando un allarmismo eccessivo. È uno dei classici casi in cui da un intoppo può nascere una fortuna. Se c'è una cosa che dobbiamo capire bene è che i voti non ci piombano in testa per grazia ricevuta.

Nessuna autocritica?

A Gorizia ho probabilmente sbagliato a ritenere di avere la vittoria in tasca dopo l'apparentamento con la lista civica dell'ex sindaco Scarano. Fatto l'accordo ci siamo addormentati, mentre i nostri avversari hanno raddoppiato l'impegno.

Lei è pronto anche alle dimissioni, pur se fa capire che dovrà essere Antonione a esprimersi prima di tutti. Ma lo stesso Antonione è messo in discussione a livello nazionale. Qual è allora la situazione?

Ho avuto questa mattina (ieri ndr) un incontro con Antonione al quale ho espresso la solidarietà mia e del partito regionale per gli attacchi cha ha dovuto subire in questi giorni. Attacchi ingiusti perché se è vero che la Casa delle libertà ha perso a Verona, Asti, Alessandria e Gorizia, è anche vero che nel complesso la Cdl amministra una Provincia e 23 comuni superiori ai 15 mila abitanti in più rispetto a prima.

Si dice anche che Antonione potrebbe «pagare» la sconfitta elettorale con la candidatura per le regionali in opposizione a Illy. Ha un fondamento questa tesi?

È una tesi ridicola. Prima di tutto perché Forza Italia è un partito più che mai vivo e che sicuramente saprà trarre la giusta lezione dagli errori commessi. E poi perché Berlusconi non ha mai «ammazzato» nessuno. Semmai ad Antonione potrebbero essere riservati altri e prestigiosi incarichi a livello di governo e di partito.

Chi sarà l'antiIlly allora?

Per me resta Tondo.

Ma l'attuale presidente pare essere dubbioso se accettare la sfida, tanto che si rifa il nome anche di Alessandra Guerra.

Tondo è una persona seria e quando si prende un impegno lo porta a termine. Quanto alla Guerra diciamo che la logica oggi è che sia Forza Italia a esprimere la candidatura del presidente agli alleati.

A proposito di alleati, Alleanza nazionale appare disponibile a rivedere la legge elettorale regionale. Cos'è, paura del referendum e dell'onda lunga che potrebbe provocare?

La legge elettorale non è un dogma, ma un mezzo per raggiungere un determinato obiettivo. Per me la nostra è una buona legge elettorale, ma se An ritiene che possa essere rivista, faccia una proposta e la presenti agli alleati.

Significa che per evitare il referendum la Cdl sarebbe addirittura disposta a rivedere la legge elettorale?

Sì, ma questo per ora è un'opinione personale. Non dobbiamo offrire munizioni ai nostri avversari.

Roberto Covaz