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Il Piccolo 25-06-2002

Antonaz conferma la linea originale

Rifondazione non molla: «Legge elettorale da salvare, anche a costo di restare soli»

TRIESTE - Indietro non si torna, a costo di rimanere da soli e contro tutti. È la posizione di Rifondazione comunista in merito alla legge elettorale, votata in aula assieme al Centrodestra e oggi rimasta senza padri. A difendere quel testo («perché meno peggio del Tatarellum») resta il baluardo dei bertinottiani. Senza imbarazzi, anzi con orgoglio. «Abbiamo una linea di condotta precisa - spiega il consigliere Roberto Antonaz - e senza sbavature. Per noi proporzionalisti vale il motto ogni testa un voto, la democrazia è una conquista e non cambiamo opinione». Valeva quindi la pena votare assieme a una coalizione certamente non omologa come la Casa delle libertà, scatenando le ire feroci del Centrosinistra che, per quei due voti in più (41 consiglieri), è stato costretto a un notevole supplemento nella raccolta firme per indire il referendum contro la legge elettorale.

Il bipolarismo? «È una forzatura che ingabbia gli elettori in percorsi coatti, che portano alla disaffezione». Il presidenzialismo? «L'inverso della partecipazione, poiché concentrato tutto su una persona. Basta pensare al berlusconismo e al modello Usa». Rifondazione comunista insomma non ci sta, ma soprattutto non accetta che sia il Centrosinistra a farsi paladino di queste tesi. «Che il Centrodestra fosse su queste posizioni - rileva Antonaz - lo sapevamo già, ma che l'Ulivo abbracci tutto questo è incomprensibile. In giro per l'Italia i governatori si sono montati la testa, per le candidature si cercano ovviamente personaggi dal portafogli pieno e che sappiano acquisire l'elettorato moderato. Così si snatura la politica».

Il rifiuto al Tatarellum, che entrerebbe in vigore nel caso il referendum bocciasse la legge, è spiegato come il rigetto all'accentramento dei poteri. Una scelta democratica, che spinge affinché si svolga il referendum senza sotterfugi trasversali. «Avremmo preferito che il Centrosinistra si occupasse di sanità, assistenza e ambiente - bacchetta i »cugini« Antonaz - ma adesso, per rispetto dei cittadini, va garantita la chiamata alle urne. Noi voteremo «sì» e pensiamo che si verificheranno delle sorprese.

Da una parte c'è un pezzo della Confindustria, ma la base cattolica e di sinistra non ha voluto firmare e anche i Verdi sono contrari al Tatarellum. Una norma che prevede la mostruosità del listino, pronto a falsare la rappresentanza territoriale e mette al primo posto il presidente, dopo i programmi». Dopo la vittoria di Gorizia, grazie anche ai voti di Rc, le intese per le regionali appaiono però un'altra cosa. «Nelle amministrative è più facile accordarsi sul programma - sostiene Antonaz - mentre per il governo del Friuli Venezia Giulia le cose sono diverse. La candidatura Illy? Ogni giorno ha la sua pena, adesso pensiamo al referendum».

Pietro Comelli