Il Gazzettino 09-09-2001
LA GRANDE RIFORMA Il ministro per gli Affari regionali spiega: «Al referendum voto no perché le norme uliviste ci sarebbero d’intralcio» Federalismo, il progetto del governo
Roma Camera delle Regioni, elezione diretta del Presidente del Consiglio, titolarità ai presidenti regionali dei rapporti a livello europeo, ma interregionali, nel campo della scuola, della sanità e della sicurezza locale, non in quelli della difesa e della giustizia: questi i punti cardine della riforma federale dello Stato anticipati dal Ministro per gli Affari regionali, Enrico la Loggia.«Il nostro no al referendum sulle norme varate all'ultimo momento dall'Ulivo - spiega il ministro - si fonda sulla determinazione a varare una riforma veramente federalista. Le norme dell'Ulivo ci sarebbero d'intralcio, la nostra riforma va molto oltre».
La Loggia spiega la filosofia di fondo della riforma: »dare a tutti i cittadini la stessa opportunità di soddisfare più direttamente i propri bisogni; ciò si ottiene solo mediante l'assunzione di responsabilità da parte delle Regioni. Più poteri, dunque, alla periferia, rafforzando nel contempo il potere centrale in un nuovo bilanciamento essenziale per salvaguardare l'unitarietà dello Stato".
La Loggia aggiunge che la Riforma delle autonomie funzionerà in quanto «le norme saranno immediatamente applicabili» e per evitare che le Regioni meno ricche rimangano indietro «sarà indispensabile creare un Fondo di perequazione, non necessariamente di carattere finanziario, per garantire pari opportunità».Circa il potere legislativo, il Ministro prevede una Camera delle autonomie collegata all'elezione diretta del presidente del Consiglio; ribadisce la contrarietà alla nascita di un centralismo regionale e precisa che «le Regioni avranno potestà legislativa, mentre i comuni opereranno per atti amministrativi». La Loggia conclude affermando che «se il referendum sul federalismo confermerà la legge fatta dalle sinistre, che è incompleta e insufficiente, avremo certo qualche difficoltà in più perché dovremo fare la riforma della riforma, ma andremo avanti egualmente».
Per l'ex sindaco di Trieste Riccardo Illy, a poco meno di un mese dal referendum sul federalismo della materia «se ne è parlato abbastanza anche se non è sufficiente per informare la gente comune. Il vero motivo -ha osservato Illy, a Cernobbio per il workshop Ambrosetti- è che per questo referendum non è necessario raggiungere alcun quorum e quindi non si sente la necessità di dar vita ad una grande campagna di informazione. Mi sembra però significativa la posizone della maggioranza dei presidenti delle regioni che si è espressa favorevolmente. Credo comunque che avremo una percentuale molto bassa di votanti con una percentuale molto alta di favorevoli alla attuale Costituzione».