Il Piccolo 22-06-2002
Gli ultimi chiarimenti in seno alla Casa delle libertà innescano una situazione inedita e vedono solo Rc difendere il testo contestato
Tesini (Ds): «Le depositeremo mercoledì». Degano (Margherita): «Il Centrodestra ha perso la testa»
TRIESTE - E alla fine Rifondazione comunista restò sola. A difendere quella legge elettorale «fortemente» voluta dal Centrodestra e scaricata alla velocità della luce quando il fiato dei referendari sul collo cominciava a diventare insostenibile. Roberto Antonaz, consigliere regionale e segretario di Rc non batte macchia. «Diciamo che le vicende delle ultime settimane hanno prodotto un chiarimento nella maggioranza, rientrata nel proprio alveo naturale, che è sempre stato legato al presidenzialismo...».
Non sembra turbato, Antonaz. Anche se i suoi «strani» alleati viaggiano ormai a vista. Forza Italia sembra essere arrivata alla resa dei conti interna, An si è liberata di una fardello pesante e la Lega Nord si molleggia sui piedi come una ballerina. Tutti, comunque, sono ormai orientati a lasciare libertà di voto ai loro simpatizzanti. E, dunque, a lasciare via libera al Centrosinistra, vista l'impopolarità del tema. Antonaz non raccoglie e preferisce concentrarsi sulla legge in sè stessa. «La nostra posizione - assicura - è sempre stata chiara: non è un articolato entusiasmante ma è il solo che abbiamo, e per noi proporzionalisti va comunque considerato migliore del Tatarellum... Piuttosto, visto che siamo stati messi in croce a suo tempo per aver votato assieme alla Casa della libertà, chiedete adesso al Centrosinistra di giustificare questa convergenza con Forza Italia e, soprattuttro, con An...».
Alessandro Tesini, capogruppo dei Democratici di sinistra al Consiglio regionale, sembra in realtà preda di tutt'altri pensieri. Allegri, a dir poco. «Sono a Udine, attorno a un banchetto della raccolta firme - racconta - e posso anticipare che il limite delle 50 mila firme è già stato superato e con ogni probabilità mercoledì prossimo in Consiglio regionale saremo in grado di metterne sul tavolo almeno 52 mila... Non male, visto che la Casa della libertà era pronta a giurare che non avremmo raccolto le 36.400 necessarie...».
Sta tutto in questo concetto, in effetti, il clamoroso «macchina indietro» operato dal Centrodestra. «Erano straconvinti - annota Tesini - che non ce l'avremmo mai fatta a centrare le adesioni necessarie per il referendum. Quando hanno visto che il traguardo era superato alla grande hanno cominciato a preoccuparsi. Anche perchè - sottolinea il diessino - ormai sanno che è il loro stesso elettorato a essere coinvolto. Proprio l'altro giorno, per non fare nomi, ai nostri banchetti ha firmato Fabris, che nella Lega Nord era l'alter-ego di Zoppolato e al congresso del Carroccio ha raccolto il 40 per cento dei voti... Per questo sono pronti a far qualsiasi cosa per depotenziare il referendum ma, purtroppo per loro, le persone, gli elettori, si sono dimostrati più avveduti di quanto pensassero...».
«Per avere un'idea della loro credibilità - affonda il coltello Cristiano Degano della Margherita - basterebbe visionare la rassegna stampa degli ultimi sei mesi, nei quali la Casa della libertà ha detto tutto e il contrario di tutto, sull'argomento, citando la legge come esempio di lungimiranza amministrativa e pubblicando sulla questione persino della pubblicità a pagamento... A questo punto manca solo che dicano che quella legge non l'hanno votata neanche loro...».
Furio Baldassi