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Il Messaggero Veneto 16-05-2002

Quote immigrati: un patto con il Veneto

Il Friuli-Venezia Giulia nel gruppo di lavoro della vicina regione con Maroni

TRIESTE - Fare blocco con il Veneto per trattare con Roma non solo le quote di immigrati da impiegare nelle attività produttive, ma anche le modalità, e arrivare a una vera devolution nel settore. La proposta è arrivata ieri nella seduta della giunta regionale da parte dell'assessore Giorgio Venier Romano, che ha trovato d'accordo i colleghi e la presidenza. Alla fine della scorsa settimana, infatti, la Regione Veneto ha annunciato di aver costituito, prima in Italia, un gruppo di lavoro con il ministro Maroni. E la Regione Friuli-Venezia Giulia intende entrarci, senza costituirne uno analogo.

«Da un paio d'anni insisto con Roma perché possiamo essere noi a indicare le quote, sulla base delle necessità conosciute. Il Veneto, che ha problemi superiori ai nostri, ed anche un peso politico e imprenditoriale maggiore, è riuscito a farsi sentire, almeno sul piano del confronto. Se dobbiamo fare sistema come Nordest, mi pare che sia necessario un fronte comune anche su questo punto», dice l'assessore, che manifesta la propria preoccupazione per gli effetti negativi legati al mancato accoglimento delle richieste dell'economia locale.

«Il nostro mondo produttivo potrebbe andare in sofferenza, se non trova la forza lavoro che cerca. E c'è anche il rischio che questo porti a delocalizzazioni. Attualmente siamo riusciti ad avere mille stagionali, quasi tutti per i settori dell'agricoltura e del turismo. Ma non sono sufficienti: rappresentano appena il 65% della quota necessaria. In quanto ai contratti a tempo indeterminato, stiamo a zero, perché il governo ha deciso di bloccare tutto sino a quando non verrà approvata la legge Bossi-Fini», aggiunge Venier Romano.

«C'è da ricordare anche che la Regione ha avviato dei progetti di formazione decentrata, uno strumento utilissimo per rispondere in modo mirato alle esigenze dell'imprenditoria locale, ma anche per aiutare paesi in fase di crescita. Però, se non abbiamo nessuna certezza neppure sul fatto che nel 2002 ci saranno delle quote di immigrazione, queste azioni rischiano di vanificarsi». Adesso l'iniziativa congiunta di Veneto e Friuli-Venezia Giulia potrebbe accelerare o sbloccare la cosa. «Non ho ancora sentito il collega della giunta lagunare, perché prima ho atteso il via libera della nostra. Intendo contattarlo oggi stesso - conclude l'assessore -. Non escludo che, facendosi sentire, le Regioni abbiano modo di influire anche sullo stesso testo governativo. Oggi la Bossi-Fini mantiene in capo allo Stato la definizione delle quote di immigrati. Ma sono convinto che alla fine anche questo dovrà essere devoluto. E forse potrebbe esserci l'opportunità di inserire sin d'ora nel testo una qualche misura di regionalizzazione».