Il Messaggero Veneto 24-01-2002
TRIESTE - La sortita del capogruppo forzista Aldo Ariis, che ha incluso tra le cose "trattabili" in un accordo bipartisan sulla legge elettorale, anche l'elezione diretta del presidente della giunta, produce reazioni su due piani. Quello ufficiale, che considera impossibile un accordo in questo senso, e quello ufficioso, che lo vede invece abbastanza probabile. Al primo appartiene Beppino Zoppolato, per nulla turbato dalle dichiarazioni rese dal presidente del gruppo di maggioranza relativa.
"C'è un accordo politico con Antonione, Romoli, Saro. Ariis ha sbagliato ad esprimersi, si è confuso, ha frainteso la possibilità di trattare con i Ds. Se, dopo otto mesi di lavoro, ci mettiamo paura dello spauracchio referendario agitato da un partito ormai alla frutta..", dice il segretario della Lega. "Se la legge passasse con 32 voti, sarei tranquillissimo sulla risposta della gente, consapevole dell'inutilità di buttar via soldi per una cosa del genere. Oppure il referendum potremmo anche indirlo noi, per far capire all'elettorato che abbiamo fatto una legge seria"
D'accordo, con qualche piccolo ma non insignificante dubbio, Ferruccio Saro.
"Chiaro che sino a quando la legge non verrà votato esisteranno ampi margini di trattativa. Però, anche se in politica tutto è possibile, una contrattazione sull'elezione diretta del presidente mi pare impensabile", dice il parlamentare e coordinatore azzurro per Udine. "Forza Italia non può che mantenere un atteggiamento di correttezza. E considerare che, in caso di complicazioni dell'attuale situazione, si determinerebbe un sistema di spinte e controspinte che ci porterebbe diritti alla norma transitoria". Dunque, per il "dottor sottile", la scelta va fatta tra due posizioni: "O miglioriamo l'attuale provvedimento, anche con il contributo delle sinistre, o prendiamo atto che stiamo combinando solo pasticci, e lasciamo stare.
Però è assurdo che i Ds contestino una legge che avrebbero dovuto fare loro, e ci privino di essere gli apripista per una legge più equilibrata, che le altre Regioni potrebbero copiare".
Pervicacemente ottimista rimane il Cpr Roberto Molinaro, che sulla legge si è forse impegnato più di tutti: "Oggi la maggioranza ha trovato una posizione di sintesi, e ha mandato alle opposizioni dei segnali di disponibilità a trattare sugli argomenti più controversi, come il premio per la lista vincente, lo sbarramento, la rappresentanza slovena. Tutto ciò non può essere vanificato inseguendo la chimera di un risultato più favorevole nelle prossime consultazioni, risultato che non è detto ci sia, né in termini numerici né di alleanza". In quale direzione la Cdl sta realmente andando lo si capirà probabilmente dopo il vertice di maggioranza di lunedì, atteso da molti come momento risolutore.
Luciano Santin