Il Messaggero Veneto 30-12-2001
Il coordinatore nazionale di Forza Italia appoggia il presidente, ma rinvia la scelta
Antonione: è naturale che tocchi a lui, ma lo valuteremo a fine mandato
TRIESTE - «Il discorso è assolutamente prematuro. Siamo ancora nel 2001, e voteremo appena nel 2003. Capisco le campagne elettorali lunghe, ma di qui a un anno e mezzo, o poco meno, possono succedere molte cose. L'unica cerezza sta nel fatto che il miglior sistema per perdere è quello di cominciare a scannarsi, da oggi, sul candidato presidente". Roberto Antonione, predecessore di Renzo Tondo e oggi coordinatore nazionale di Forza Italia, non ha nessuna voglia di avventurarsi sul terreno scivolosissimo dell'uomo (o della donna), cui la Casa delle libertà dovrà affidare il testimone di questa legislatura. Logica vuole che si sostenga il presidente uscente - commenta - però per ora lasciamo che lavori.
Sembra un tentativo di raffreddare le posizioni, dopo la sortita fatta da Ettore Romoli al "Messaggero Veneto". Il responsabile regionale degli azzurri aveva ufficializzato, da parte sua, la prosecuzione della fiducia a Renzo Tondo, provocando però le reazioni indispettite della Lega. "Dobbiamo ancora decidere se correre con loro e questi parlano già di presidente. E poi a doverlo valutare oggi Tondo potrebbe evidenziare qualche problema, è più giusto giudicarlo tra un anno", ha detto il segretario Beppino Zoppolato. E il capogruppo Claudio Violino ha rilanciato Alessandra Guerra, già presidente, e candidato più votato alle elezioni del '98. «Ci sono solo due ragionamenti che possono essere fatti al momento: il primo considera il presidente uscente quale candidato naturale. Impostazione del resto sottoscritta da Polo e Lega quando hanno detto che, scaricando Amato, il centrosinistra ammetteva il proprio fallimento», prosegue Antonione. «Il secondo, altrettanto logico, prevede che Tondo vada giudicato a fine mandato. Quindi, dal momento che io credo stia facendo bene, e che possa portare a casa ottimi risultati, se non succedono fatti particolari, cose oggi difficilmente preventivabili, è a lui che dovrebbe toccare».
E le fibrillazioni della Lega? E la vecchia idea del candidato "espressione della società civile", magari in funzione anti Illy? Fantapolitica, risponde il sottosegretario: «A me interessano le fibrillazioni di Forza Italia, non quelle degli altri partiti. In quanto al resto, fa parte di quelle elucubrazioni di filosofia politica che non credo servano a molto. Perché dobbiamo partire da un fatto: stiamo governando noi, e quello che dobbiamo fare è governare bene, a livello nazionale e regionale, perché su questo ci giocheremo le elezioni».
«Chi verrà candidato dal centro sinistra è assolutamente secondario. Se ci sarà Illy - che peraltro con Rifondazione comunista credo avrà dei problemi di coerenza, saranno problemi reciproci, anzi - oppure un altro, ci riguarda poco. Noi siamo in testa: come in un match race di vela, in questo momento è agli altri che tocca l'inseguimento, e magari l'azzardo di rotte alternative nella speranza di una rimonta».
La metafora nautica calza bene: vele al vento, abbrivio da sfruttare per quest'ultimo lato della legislatura. Se poi considera e teme la possibilità di uno scarroccio provocato da eventuali correnti, qualche strambata mal riuscita capace di rallentare la barca, il coordinatore nazionale del partito di maggioranza relativa non la lascia trasparire.
«Strategicamente abbiamo il compito più facile: dobbiamo esercitare il nostro ruolo di coalizione di governo», conclude. «Se sapremo farlo bene, il risultato elettorale ne discenderà quale logica conseguenza».
Luciano Santin