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Il Messaggero Veneto 08-11-2001

I dati congiunturali dell'ultimo trimestre (prima dell'11 settembre) confermano i timori degli imprenditori

Pittini: Friuli a rischio recessione

Il leader degli industriali: la Regione deve sostenere i nostri progetti di sviluppo

UDINE - Il terzo trimestre del 2001, tenuto conto che esamina il periodo estivo, registra, rispetto al trimestre precedente, un prevedibile fisiologico rallentamento dei valori degli indicatori esaminati. Paragonando il trimestre in esame con lo stesso periodo dell'anno precedente, emerge tuttavia una situazione dell'industria regionale che, pur mantenendo valori complessivamente positivi, risulta ridimensionata. Con le rilevazioni di fine settembre l'industria regionale appare, nel complesso, ancora in crescita, ma sensibilmente rallentata; non sembra, per il momento, aver risentito delle negative ripercussioni sull'economia a seguito della nota, grave situazione internazionale. I principali indicatori tendenziali (che confrontano il trimestre considerato con lo stesso periodo del 2000) nel terzo trimestre 2001 segnano le seguenti tendenze: l'andamento della produzione rimane positivo pur passando dal +19,6% dell'anno scorso a un +7,1%; anche le vendite complessive, dopo la flessione di inizio anno mantengono, con un +10,7% un trend positivo (anche se molto inferiore a quello riscontrato nel trimestre precedente +21,3%) per effetto dell' incremento delle vendite all'estero (+16,3%) e delle vendite in Italia (+3,8%).

L'andamento dell'occupazione, con un +0,2%, si attesta su valori leggermente positivi dopo lo 0,3% e lo 0,8% delle precedenti indagini di quest'anno. Sotto il profilo congiunturale (rispetto, cioè, al trimestre precedente) la produzione si mantiene praticamente stabile (+0,6%); le vendite totali aumentano di un contenuto 2% (+5,6% all'estero, -1,9% in Italia). Sotto il profilo degli ulteriori indicatori, segnali di flessione provengono dai nuovi ordini (-5,9% congiunturale e -4,9% tendenziale) mentre rimane stabile con un buon 87,5% l'utilizzazione degli impianti. Il 74% delle imprese contattate giudica adeguate le scorte (+2% rispetto alla valutazione precedente) mentre le aziende che denunciano scorte in esubero sono ancora molte (18%). Per quanto riguarda i principali settori dell'industria regionale si può segnalare un andamento complessivamente positivo dell' industria Meccanica, anche se nei subsettori che la compongono, tranne quello dei materiali elettrici ed elettronici, vengono evidenziate alcune criticità. Segnali di rallentamento si riscontrano nel secondo settore per importanza regionale, il Legno e Arredo, e nel settore della Lavorazione minerali non ferrosi.

Notevole rilevanza assumono, in questo contesto, le previsioni di breve periodo per il IV trimestre 2001 che danno l'immagine di un clima di sensibile preoccupazione riducendo in modo molto significativo le previsioni di aumento e di stabilità, mentre crescono le previsioni di diminuzione. Significative di tali considerazioni sono le previsioni della domanda estera: diminuisce di più della metà la previsione di incremento (dal 20,4% al 9,8%) e aumenta di quasi quattro volte la previsione di diminuzione (dal 9,2% al 34,5%). Com'era prevedibile la situazione internazionale ha radicalmente influito in negativo sull'atteggiamento di fiducia delle imprese.

«I dati rilevati nella nostra ultima indagine congiunturale - spiega il presidente degli industriali Andrea Pittini - danno un quadro dell'industria regionale che, tutto sommato, ci aspettavamo. Rispetto al trimestre precedente, considerato che venivano esaminati i mesi estivi, si registra un naturale fisiologico calo. Più significativo risulta, quindi, il paragone con lo stesso trimestre dell'anno scorso. Paragone che mette in luce una situaizone complessivamente ancora positiva, ma ridimensionata, il che non può che suscitare una certa preoccupazione. I nostri consuntivi che si fermanoa fine settembre non risentono ancora completamente degli effetti sull'economia derivanti dai tragici eventi delle Torri di New York. Ma - prosegue Pittini - è facile attendersi una flessione nelle esportazioni verso l'area del dollaro, già debole prima di settembre; permane inoltre qualche problema anche in Europa, in particolare in Germania ma anche in Francia, e non giovano inoltre i ritardi nello sviluppo dei mercati dell' Europa dell'Est dove la nostra presenza è molto significativa». «C'è, quindi, qualche preoccupazione (come si riscontra anche nelle previsioni della nostra indagine) per il prossimo futuro che va perciò affrontato con decisione e tempismo così da non cadere in una fase di recessione.

A livello regionale - conclude il presidente Pittini - qualcosa è necessario fare e si può fare per evitare l'inversione di tendenza: la prossima legge Finanziaria, che la Giunta regionale sta predisponendo, deve trovare spazi per investimenti su progetti di sviluppo e gli industriali hanno dato delle indicazioni di priorità; tra queste, in estrema sintesi, voglio ribadirne alcune: il potenziamento delle possibilità di importazione di energia elettrica; il rafforzamento dei servizi ferroviari industriali; il sostegno alla ricerca applicata delle imprese, anche attraverso l'atteso aggiornamento delle legge di riferimento».