Il Piccolo 21-02-2002
Il Wwf scrive alla Commissione europea e Bruxelles risponde: «La gestione del raccordo non può essere garantita alle concessionarie. Ci vorrà una gara»
C'è il rischio di un'infrazione alle norme Ue. Autovie Venete reagisce: «È la mossa di chi vuole bloccare l'opera»
TRIESTE - «No all'assegnazione di una nuova concessione alla Passante di Mestre scpa». Il pronunciamento, ad oggi ancora informale, è della Commissione europea ed è contenuto nella lettera di risposta a una petizione presentata dal Wwf nel 1998 in cui gli ambientalisti chiedono lumi, e anticipazioni, sulla società consortile candidatasi a gestire la bretella autostradale che bypasserà il nodo di Mestre. Per Bruxelles, l'assegnazione eventuale di una concessione alla Passante di Mestre non sarebbe conforme al diritto comunitario e quindi la gestione del tracciato dovrebbe andare a gara. Nella risposta al Wwf, della quale ha dato notizia Il Sole 24 Ore, la Commissione si dichiara intenzionata a inviare comunicazione alle autorità italiane (che ancora non è pervenuta) e chiarisce che «potrà intraprendere la procedura di infrazione prevista dall'articolo 226 del Trattato della Commissione europea contro la Repubblica italiana, solo quando la concessione autostradale in questione sia effettivamente assegnata a questa società secondo le condizioni descritte».
È un parere, ma non definitivo e dovrà anche tenere conto della posizione del governo italiano che ha già predisposto un disegno di legge con il quale intende allargare il raggio d'azione degli attuali concessionari relativamente non a nuove opere, e quindi nel caso specifico, alla realizzazione di nuove autostrade, ma agli interventi di adeguamento e di miglioramento della rete e alla realizzazione di bretelle di raccordo, com'è il Passante, opera da 645 milioni di euro. Non solo. La questione concessioni, quanto meno in Italia, sconta un diverso e meno indulgente sguardo della Commissione europea che ha diversamente valutato le procedure di rinnovo avviate dalle spa italiane rispetto a quelle scelte da altri Paesi, ad esempio la Francia.
Ma la querelle non pare destare soverchie preoccupazioni tra i presidenti di due delle concessionarie impegnate nel Passante, Dario Melò per Autovie Venete e Lino Brentan per la Venezia Padova (socie alla pari con Autostrade nella nuova società con il 26% del capitale ciascuna). L'interferenza degli ambientalisti è, e la A28 insegna, la dimostrazione che «che c'è sempre qualcuno che intende bloccare la realizzazione di un'opera - commenta Dario Melò -. Da una parte siamo soggetti al pressing perché opere fondamentali, per il Nordest, per il sistema Paese, per la stessa Europa, decollino; dall'altra c'è qualcuno che invece punta a impedire che i lavori procedano». Come dire che di fronte a un dispiegamento di una volontà generale, il granello di una voce sola inceppa i meccanismi e la burocrazia fa il resto. Per la realizzazione del Passante «ciascuna delle concessionarie deve rinunciare a qualcosa, e di fronte a questo impegno corale appare assurda la posizione di chi intende impedire la costruzione del raccordo. Questo - ricorda Melò - è un progetto che si inserisce in un più vasto disegno costituito dal Corridoio 5. Ci muoveremo per far sì che l'opera venga realizzata perché fa parte del mandato che abbiamo ricevuto».
Dispiega ironia Lino Brentan, presidente della Venezia-Padova: «Mi pare - commenta sorridendo l'interventismo del Wwf e la riposta della Commissione - una buona notizia. Ognuno fa la sua parte e mi pare giusto che qualcuno si occupi anche di ambiente. Comunque noi siamo titolari di concessione e quando avremo predisposto il progetto avvieremo la gara per fare i lavori. Alla scadenza della nostra concessione, chi se la aggiudicherà - liquida - gestirà l'opera».
Elena Del Giudice