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Il Messaggero Veneto 03-04-2002

Nuove centrali, quattro richieste

A Torviscosa, San Giorgio, Codroipo e Udine Ziu. Imprenditori favorevoli

UDINE - Il recente trasferimento alla Regione di talune competenze in materia di energia e risorse geotermiche ha portato in primo piano le tematiche di questo settore. E non a caso oggi, alle 16.30, a Udine, a palazzo Torriani, sede dell'Assindustria friulana, si terrà un convegno sul tema "Ambiente, energia, infrastrutture", al quale interverrà il vicepresidente nazionale di Confindustria Nicola Tognana.

Qual è dunque la situazione? Secondo i dati forniti non più di qualche anno fa dall'Enel (dopo la privatizzazione diventato Gestore nazionale per l'energia) il deficit energetico, in Friuli Venezia Giulia, è pressochè pari a zero. I 152 impianti idroelettrici e termoelettrici esistenti sul territorio, infatti, sono in grado di produrre una quantità di energia sufficiente a soddisfare la richiesta. Il problema vero, in effetti - ammettono sia gli imprenditori sia gli amministratori - non è la quantità di energia prodotta, quanto il costo. In Italia l'energia costa tanto perché dipende, quasi per il totale, dal petrolio. Le centrali sono poche ed è difficile ottenere le autorizzazioni per costruirne altre, contrariamente a quanto accade in Francia, ad esempio, dove gli impianti attivi sono molto più numerosi e dove è presente anche il nucleare.

Il prezzo in Italia, fissato sulla base di una curva di prelievo che stabilisce un tetto di 115-120 lire al kilowattora per le aziende che consumano di più, 180-190 lire per i cosiddetti medi consumatori e 250 lire per i piccoli consumatori non è paragonabile con quello dei più diretti competitors del Belpaese, come la Francia e la Germania, dove l'energia, per i grandi consumatori, costa 50 lire al kilowattora. Per questo la maggior parte degli imprenditori della regione vede con estremo favore la realizzazione, sul territorio del Friuli Venezia Giulia, di nuove centrali, moderne e tecnologicamente all'avanguardia, per consentire di produrre a minor prezzo. Anche le centrali a carbone, infatti, al di là del problema inquinamento, non risultano economicamente convenienti. Non per niente quella di Monfalcone è ferma sei mesi all'anno.

Ufficialmente, alla direzione Ambiente della regione, risultano essere quattro, a tutt'oggi, le richieste di nuovi insediamenti; richieste inviate dal Ministero per le Attività Produttive, al quale sono state presentate per la valutazione di impatto ambientale. «Di parecchie altre, di cui si è parlato in più occasioni - affermano alla Direzione regionale - a non risulta nulla».

I progetti, che riguardano le località di Torviscosa, Codroipo, San Giorgio e Udine zona industriale, prevedono tutti la costruzione di impianti a ciclo combinato gas-vapore, un sistema ritenuto fra i migliori perché poco inquinante (l'emissione di zolfo si mantiene su livelli considerati «trascurabili»), convenienti economicamente e particolarmente interessanti in quanto consentono di eliminare gli sprechi, visto che il calore prodotto può essere a sua volta utilmente impiegato. Per accelerare i tempi di realizzazione di nuove centrali per la produzione di energia, il Governo ha allo studio, il cosiddetto "decreto slocca centrali", una sorta di corsia preferenziale all'interno della quale far rientare gli impianti che superano i 400 Megawatt annui di produzione il che, nel caso del Friuli Venezia Giulia, rappresenterebbe il via libera per tutti e quattro gli impianti in lista d'attesa.

Raffaella Mestroni