Il Messaggero Veneto 28-04-2002
Cgil, Cisl e Uil: a rischio il rispetto del contratto nazionale dei dipendenti
UDINE - Continua l'attacco dei rappresentanti di categoria e degli operatori di settore contro le ultime norme approvate in consiglio regionale in materia di commercio e di liberalizzazione degli orari. Questa volta, dopo la Confesercenti e le opposizioni di Centro-sinistra in consiglio regionale, a scaglairsi contro la possibilità dei piccoli e medi centri di aprire 24 ore su 24 (dal lunedì alla domenica e festività comprese) sono le segreterie di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil dell'Udinese e Bassa Friulana che esprimono un giudizio assolutamente negativo in merito al provvedimento licenziato dal Consiglio Regionale.
«L'assoluta discrezionalità dell'esercente sull'orario di apertura su modello delle località turistiche, a nostro avviso, - denunciano i sindacati - non produrrà effetti significativi all'economia gestionale degli esercizi commerciali stessi in quanto, siamo convinti, che non basti semplicemente ampliare selvaggiamente gli orari dei negozi per contrastare la concorrenza dei centri commerciali, semmai occorre una specializzazione delle attività, una maggior qualificazione del personale addetto, una migliore offerta in termini di servizio quali elementi veri di concorrenzialità». «Sottolineiamo altresì - precisano i rappresentanti di settore di Cgil, Cisl e Uil - la contraddizione in termini espressa dal Presidente Regionale di Confcommercio, Claudio Ferri il quale commenta positivamente il provvedimento salvo contrastare in altre sedi le aperture festive in deroga. In applicazione del moderno modo di fare relazioni sociali constatiamo altresì, il fatto che per l'ennesima volta la Giunta Regionale non si sia degnata di ascoltare le Organizzazioni dei lavoratori prima di prendere una decisione che inciderà pesantemente sulla vita degli stessi in stragrande maggioranza donne».
Altro che politiche attive per la famiglia, attaccano dunque i sindacati. «Troviamo oltremodo forzoso ed inefficace - spiegano Cgil, Cisl e Uil - un provvedimento del genere dal momento che le abitudini dettate dalla cultura locale dimostrano che aperture con orari estemporanei non hanno mai prodotto risultati significativi, tant'è che in passato quando si è sperimentato un ampliamento degli orari in modo similare al provvedimento odierno. Gli esercenti stessi hanno considerato fallimentare l'iniziativa».
L'operato della giunta, continuano i sindacati, è quindi da condannare. «Si è soltanto voluto dare un contentino di facciata all'Associazione dei Commercianti in virtù di chissà quale vantaggio corporativo. Il sindacato spenderà tutte le sue energie a vigilare sulla regolarità dei rapporti di lavoro affinché vengano rispettate tutte le normative contrattuali e di Legge senza alcuna deroga, in particolare su straordinari e riposi compensativi in caso di prestazioni festive e domenicali, elementi questi già oggi oggetto di elevata vertenzialità. Invitiamo, pertanto anche gli Istituti preposti alla vigilanza a tenere il settore sotto osservazione».