Il Piccolo 31-01-2002
Minoranza slovena: il ministro Giovanardi risponde durante il «Question time» all'interrogazione su attuazione della normativa, carte bilingui, Case dell'Eremita
GORIZIA - La legge di tutela della minoranza slovena, o meglio la non applicazione delle norme a un anno dal suo varo è approdata ieri a Montecitorio, al «Question Time», con un'interrogazione di Siegfried Brugger della Svp e risposta immediata del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi.
Perché, prima domanda, la legge è ancora nel «freezer» tanto che non sono stati nominati i componenti del comitato paritetico che deve stabilire dove le norme vanno applicate? Perché, ha risposto Giovanardi, lo schema di regolamento che istituisce il comitato è stato «riscritto» per «venire incontro alla Regione che chiedeva che la sede del comitato fosse presso la giunta regionale e non al Commissariato di Governo. Questo schema comunque è stato trasmesso alla Regione l'8 gennaio per il parere definitivo. Il Governo comunque ha già nominato i suoi componenti e le designazioni devono essere sottoposte all'esame del Consiglio dei ministri. Risulta anche che la Regione stia per trasmettere l'elenco dei componenti di sua competenza».
Brugger ha poi sollevato la questione del ripristino dei cognomi sloveni bloccato dal prefetto di Trieste e delle carte di identità, in quattro Comuni del Carso triestino, che il ministro Scajola con un decreto ha stabilito che siano rilasciate solo in italiano a chi ne faccia richiesta. E il ministro Giovanardi ha replicato appellandosi proprio alle disposizioni della legge di tutela che garantiscono il ripristino dei cognomi. Ma la risposta è stata poi contestata da Damjan Terpin, segretario regionale dell' Unione slovena: «Il ripristino dei cognomi è un diritto soggettivo. Non solo: se il comitato paritetico, che comunque dopo un anno ancora non c'è, non ha stabilito in quali Comuni o frazioni vada applicata la tutela, come Giovanardi può appellarsi proprio alla cosiddetta zonizzazione? Contesteremo questa sua affermazione, come contesteremo, per lo stesso motivo per il caso delle carte di indentità: il ministro Scajola ha anticipato illegittimamente la legge introducendo i documenti monolingui, solo in italiano, che devono essere fatti su richiesta dopo che è stata definita la zonizzazione da quel comitato paritetico non ancora istituito.
Le carte di identità monolingui potranno essere introdotte solo dopo l'applicazione della legge di tutela». L'onorevole Brugger ha anche richiamato l'attenzione sulla «drammatica situazione del quartiere di Sant'Andrea a Gorizia, in particolare, del borgo rurale Case dell'Eremita che in base alle previsioni urbanistiche dovrebbe essere demolito e per il mantenimento del quale si è interessato anche il presidente Ciampi». «Per quanto si è potuto accertare - ha replicato Giovanardi - si fa presente che effettivamente l'esproprio in corso interessa la minoranza slovena. Risulta che i proprietari, sia in forma individuale sia collettiva, hanno presentato opposizione al termine di legge. In proposito è da evidenziare che il Governo, non avendo un potere diretto d'intervento, trattandosi di materia che rientra nella competenza di un Comune ubicato in una Regione a statuto speciale, ha invitato il prefetto di Gorizia a seguire, con particolare attenzione, la vicenda che si auspica possa trovare una soddisfacente soluzione per tutti gli interessati». Commenta ancora il segretario regionale dell'Us: «Una risposta che è uno smacco per Valenti: è un serio avvertimento al sindaco ad andare con piedi di piombo con gli espropri».