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Il Piccolo 23-05-2002

Infuriano le polemiche: nessuno si prende la responsabilità della mancata nomina del presidente degli industriali del Friuli Venezia Giulia

Mediocredito, Pittini verrà «ripescato»

L'assessore Arduini: «Rimpasto dopo la privatizzazione». Il sottosegretario Contento: «Non posso parlare»

UDINE - Il siluramento di Andrea Pittini, presidente degli Industriali del Friuli Venezia Giulia, dal rinnovato cda del Mediocredito diventa la patata bollente che, almeno per ora, è meglio rinviare ad altri cercando di non scottarsi. Non sorprende quindi che gli imprenditori pesino le parole, puntando anche al ripescaggio di Pittini nel cda del dopo privatizzazione, né che i politici preferiscano perfino evitarle.

Ma il «no comment» non cancella la sensazione di un pasticcio di cui nessuno si vuol dire responsabile. Manlio Contento, pordenonese di An sottosegretario all'Economia, indicato da più parti, anche dal suo stesso partito, come regista dell'esclusione di Pittini, è il primo a tirare indietro la mano: «Non commento scelte ministeriali - dice -; la polemica sull'esclusione di questo o di quello è campanilistica, ma sull'intera questione l'argomento non è il più centrato». Perché? «Non posso rispondere».

Contento fa il misterioso. Resta il fatto che, al posto di Pittini, c'è Giulio Tetamo, pordenonese pure lui, iscritto di An pure lui. Tanti indizi, forse, fanno una prova. La forma, poi, è stata un dettaglio. Nessuno sapeva. Neanche il presidente uscente del Mediocredito, Aldo Boschi. Non certo Adalberto Valduga, presidente dell'Assindustria di Udine, che è apparso più irritato che stupito al momento della lettura dei nomi del nuovo consiglio. Parla di errore di percorso, Valduga: «Lo è stato certamente - afferma -, anche se non leggo la volontà di un attacco all'imprenditoria. Credo che tanti fatti contingenti abbiano portato a una scelta sbagliata, di cui si sono sottovalutate le conseguenze. Ma non ci aspettiamo delle scuse, piuttosto speriamo che il buon rapporto con la Regione dia i risultati che ci attendiamo per quel che riguarda lo sviluppo».

Nessuna accusa esplicita neppure da Paolo Perini, direttore dell'Associazione piccole e medie imprese di Udine, che preferisce puntare il dito contro l'economia piuttosto che contro la politica: «È un peccato che una personalità come Pittini sia esclusa dal cda di uno strumento strategico importante come il Mediocredito - afferma -, ma credo sia un ulteriore monito al mondo produttivo a farsi più compatto. Se ci presentiamo disuniti restiamo un interlocutore debole. La politica ha i suoi premi da assegnare e le sue mediazioni da fare, non sono scandalizzato».

C'è infine la questione di un Mediocredito che, al termine della prevista privatizzazione di fine anno, sarà inevitabilmente espressione di sensibilità diverse da quelle di oggi. «Un rimpasto che esprima la nuova struttura societaria - ha detto il presidente uscente Boschi - sarebbe opportuno». Un rimpasto che, secondo Contento e l'assessore regionale alle Finanze, Pietro Arduini, sarà passaggio tecnicamente obbligato. «Non dubito - aggiunge Arduini - della parola data del Tesoro, che si è impegnato a nominare persone pronte a dimettersi dopo la privatizzazione». Lunedì prossimo, intanto, Gastone Parigi sarà eletto alla presidenza del Mediocredito. Grazie al caso Pittini, l'ex europarlamentare di An si è risparmiato qualche giorno di polemiche.

Marco Ballico