Il Messaggero Veneto 21-05-2002
Sconcerto nel mondo imprenditoriale per il cambio al vertice del cda alla vigilia della fase di privatizzazione
È un bancario in pensione vicino ad An. Parigi (An) verso la presidenza. Industriali e banche si astengono
UDINE - Cambio al vertice di Mediocredito: fuori l'imprenditore Andrea Pittini, dentro un esponente politico pordenonese, di area An, vicino al sottosegretario Contento. Ed è subito polemica del mondo dell'impresa friulana con i partiti della maggioranza, "rei" di avere assunto un controllo dell'organismo che piú investe sul sistema industriale regionale proprio nel momento in cui ci si prepara a privatizzarlo. Con una "maggioranza bulgara", come l'ha definita non uno dei cinque astenuti, ma un'azionista che ha votato sí, l'assemblea di Mediocredito ha, infatti, eletto ieri pomeriggio il nuovo consiglio di amministrazione, dal quale è stato escluso - a sorpresa - il presidente regionale dell'Assindustria, sostituito da un esponente pordenonese di area An. Si tratta di Giulio Tetamo, bancario in pensione espressione della Destra pordenonese.
Una decisione presa fra Tesoro e Regione che, nel giudizio di alcuni imprenditori, sembrerebbe proprio orientata a togliere spazio agli industriali a favore dei rappresentanti dei partiti, a completamento di una manovra cominciata con Friulia (area Fi) e proseguita, pochi giorni fa, con Finest (area Lega Nord). Una scelta che ha subito suscitato forti malumori, manifestati dagli imprenditori e dalle banche, con l'astensione dei loro rappresentanti al momento del voto.
L'assemblea per l'elezione del cda che poi dovrebbe designare presidente l'ex parlamentare pordenonese di An, Gastone Parigi, è durata meno di venti minuti. Il presidente uscente Aldo Boschi ha constatato la presenza di quindici azionisti in rappresentanza del 98,18% dei 3,7 milioni di azioni. Subito il rappresentante dell'azionista di maggioranza - la Regione - Alessandro Baucero, ha letto i nomi proposti per il nuovo consiglio di amministrazione: Aniceto Canciani, Pietro Cosatti, Gianni Lubrano, Paolo Panontin e Gastone Parigi, su designazione della Regione; Fabrizio Ghisellini, Alessandro Rivera, Antonino Turicchi, Giulio Tetamo e l'ex direttore Paolo Cudini per il Tesoro; Mario Calamati, Giovanni Capitanio, Luciano Di Bernardo, Marco Fantoni e Angelo Sette per le banche.
Baucero ha anche proposto la conferma del collegio sindacale uscente, formato dal presidente Gaetano Soldano (Tesoro), dai sindaci effettivi Luciano Coceancigh (banche) e Giorgio Spazzapan (Regione), dai supplenti Gianna Cimolino e Giovanni Cucci (Regione). L'assemblea si è quindi espressa all'unanimità per la procedura che, in deroga allo statuto, consente la presentazione di una lista unica. Poi, sui nominativi proposti, è emerso chiaramente il malumore di banche e imprenditori: si sono registrate cinque astensioni.
«Non siamo stati consultati» ha motivato Italo Del Negro, presidente della Federazione delle Bcc a nome anche delle della Casse rurali e artigiane di Manzano, San Giorgio e Pordenone». «Mi pare una mancanza grave - ha aggiunto dopo l'assemblea - dal momento che rappresentiamo un quarto delle realtà che utilizzano Mediocredito e che nel futuro assetto siamo chiamati a subentrare al tesoro con una quota significativa». Ancora piú critico il presidente dell'Assindustria udinese, Adalberto Valduga, che ha apertamente contestato la lista di nomi presentata dal Tesoro, dalla quale è stato escluso Andrea Pittini. Una decisione, stando alle prime reazioni, destinata a segnare il rapporto tra il mondo imprenditoriale friulano e la maggioranza regionale.
La riunione si è chiusa con la fissazione dei compensi: il presidente avrà 60 mila euro all'anno, il vice 25 mila, i consiglieri 10 mila se supereranno l'80% delle presenze, un'indennità proporzionalmente inferiore se ne faranno di meno. Confermati invece i valori dei gettoni di presenza e delle altre indennità e rimborsi spesa.