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Il Piccolo 01-05-2002

Nessun problema dell'assemblea per approvare il bilancio, ma per il nuovo consiglio di amministrazione bisognerà attendere

Mediocredito, la privatizzazione frena

Rinviata ogni discussione e decisione all'assise del prossimo 20 maggio

UDINE - Tutto come previsto sui due punti all'ordine del giorno. L'assemblea dei soci di Mediocredito, riunita ieri a Udine, approva all'unanimità il bilancio, ma sul rinnovo delle cariche decide per uno slittamento al 20 maggio, data della prossima convocazione dei lavori assembleari. L'unica novità del pomeriggio udinese è la cooptazione, anche questa decisa all'unanimità, del direttore generale uscente, Paolo Cudini, prossimo alla pensione, che va a occupare nel consiglio di amministrazione il posto lasciato vacante dal consigliere Cappellacci, del Tesoro.

"La presenza del direttore nelle prossime settimane - ha detto il presidente dell'istituto, Aldo Boschi - sarà molto utile in un momento in cui Banca Italia sta effettuando un'ispezione di routine". Non essendo previsto all'ordine del giorno, l'ingresso di Cudini in consiglio, che serve anche a garantire continuità in questa fase transitoria, dovrà essere ratificato in un'assemblea successiva, una volta rinnovati gli amministratori. Per statuto, infatti, il consigliere cooptato decade assieme al consiglio.

Sul futuro di Mediocredito, ieri, non è arrivata alcuna rivelazione. Né sulla prossima (ma quanto?) privatizzazione del 34% di quote dismesso dal Tesoro, né sul sostituto di Boschi, giunto allo scadere del suo mandato triennale. "La privatizzazione si farà - ha affermato il presidente -, ma ogni previsione sui tempi ha lo stesso valore effimero di quelle meteorologiche. Posso solo augurarmi che avvenga in pochi mesi. Più realisticamente, credo che si possa arrivare all'acquisizione del pacchetto, valutabile in 40 milioni di euro, entro la fine dell'esercizio. Per quel che riguarda le modalità della dismissione, resto dell'avviso che si debba procedere con una licitazione privata, la miglior soluzione sia sul piano tecnico che su quello dell'opportunità. Verranno sollecitate delle proposte, ma dovrà essere una gara orientata da criteri di scelta non solo economici, predeterminati dal Tesoro d'intesa con la Regione.

Non si tratta solo di vendere delle quote al miglior offerente, bisogna mantenere gli equilibri di questo istituto, che non ha certo un'importanza marginale sul territorio in cui opera". In ogni caso, la Regione non rinuncerà a essere il socio di riferimento, "con una presenza non superiore all'attuale 47% - ha proseguito Boschi - e non credo neppure inferiore: se la Regione vuole fare cassa non credo la vada a fare qui. Quello che conta è che gli equilibri storici non vengano modificati: questo istituto non può certo diventare partecipato da un'altra banca a livello di maggioranza relativa. Perderebbe ogni significato".

Boschi ha comunque confermato la volontà di mantenere il Mediocredito in regione, di renderlo partecipato dai tre grandi gruppi bancari regionali (Cardine, Intesa e Unicredito), oltre che dalle associazioni di categoria della regione. "Il Mediocredito - ha aggiunto - è uno strumento strategico non solo di promozione, ma anche di programmazione della politica industriale, così come pretendono le realtà economiche del territorio".

Su una possibile ricandidatura, Boschi ha spiegato che esistono dei problemi legati ad altri impegni di lavoro, ma ha comunque garantito la sua presenza nel caso in cui l'assemblea decidesse per una "prorogatio" dell'attuale consiglio, da non escludere proprio in vista della gestione della fase della privatizzazione: "Se fosse necessario sarò disponibile, ma non vorrei impegnarmi per tutto il prossimo triennio. L'incarico è prestigioso, ma non senza impegno". Il successore? "Alla guida di Mediocredito - ha concluso Boschi - c'è stato ultimamente un pordenonese. Non è che detto che non si possa replicare, anche in questo caso per una questione di equilibrio". Per le novità, appuntamento al 20 maggio, ore 15.

Marco Ballico