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Il Piccolo 31-01-2002

Sulla privatizzazione del Mediocredito ascoltato Arduini: anche la Regione vorrebbe vendere

TRIESTE - Quest'anno la legge collegata alla Finanziaria doveva costituire, per la macchina regionale, una sorta di «tagliando», per consentire - metaforicamente - la registrazione dei freni, il controllo della frizione, la pulizia delle candele. Secondo la maggioranza essa doveva servire solo al perfezionamento di certi strumenti normativi, tant'è vero che, preannunciata la presentazione di quattro o cinque emendamenti giuntali, la commissione dei capigruppo si era convinta che per i lavori d'aula fossero sufficienti otto ore.

Invece ieri, all'avvio dell'esame in commissione, c'è stato il classico «Avevano cominciato col dire...». Dalla giunta sono stati infatti presentati, a sorpresa, la bellezza di una cinquantina di emendamenti, i quali si sono così aggiunti alla decina proposta da singoli consiglieri, sia di maggioranza che d'opposizione. N'è scaturito, di fatto, un nuovo e corposo provvedimento, che le opposizioni hanno senz'altro giudicato come illeggibile sui due piedi. E l'assessore alle Finanze, Pietro Arduini, ha dato loro ragione.

C'è stato solo il tempo perché il diessino Alessandro Tesini rivolgesse alla maggioranza un polemico invito a fare una scelta: «O il Consiglio regionale lavorerà da qui all'estate su leggi di settore o dovrà dedicare tutta la propria attenzione alla sola Collegata. Infatti non è possibile annunciare una legge scarna, puramente tecnica, per poi porre il Consiglio davanti a una pletora di emendamenti, che spaziano su ogni settore dell' amministrazione». Quindi la commissione ha aggiornato i lavori a data da destinarsi.

Nella mattinata lo stesso assessore Arduini era stato sentito in commissione sull'operazione di cessione di quote pubbliche del Mediocredito, l'Istituto di credito partecipato dalla Regione nella misura del 47 per cento. L' assessore ha riferito, a porte chiuse, sugli sviluppi dell'iniziativa; ma le sua sono state informazioni generiche in quanto alla vendita della propria quota il Tesoro ha incaricato un «provider» di propria fiducia. Nell'occasione si sono manifestate, sostanzialmente, due linee - peraltro trasversali - corrispondenti ad altrettante visioni della politica creditizia regionale. Da un lato si è affermata l'opportunità - sostenuta dallo stesso assessore e dai Ds - che anche la Regione ceda parte della propria quota per ricuperare preziose risorse (l'obiettivo finale essendo il coinvolgimento del Mediocredito, della Friulia e della Finest in un sistema a sostegno delle imprese per uno sviluppo economico-industriale della regione). Dall'altra si è per contro auspicato (così dal forzista Cisilino come dal socialista Baiutti e dalla Cossuttiana Zorzini) un acquisto di quote che assicuri alla Regione la maggioranza azionaria necessaria per il governo dei processi in prima persona (ma poi chi sarebbe attratto da un pacchetto di minoranza?).

g.p.