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Il Piccolo 15-05-2002

Legge elettorale, toccate le 21 mila adesioni. Comitato del «no» all'attacco

«Anche la base del Centrodestra firma per arrivare al referendum»

TRIESTE - Sono già ben oltre la metà del guado. Le firme certificate hanno infatti toccato quota 21 mila a fronte di un «monte» che, si racconta a mezze parole nei corridoi, sfiora e forse ha già superato le 27 mila. «Ha un bel dire l'on. Romoli - ironizza Gianfranco Moretton della Margherita - quando parla di scarso entusiasmo: da certificatore posso dirvi che a Udine ha firmato persino uno dei fondatori locali di Forza Italia, e che ai banchetti ci sono state tantissime adesioni da parte di simpatizzanti del Centrodestra...». Il referendum per la non conferma della legge elettorale regionale va, secondo copione. Niente cali di tensione nè disinteresse anche se, come ogni forma di consultazione diretta, non si tratta certo di una passeggiata e le 36 mila e passa firme necessarie rappresenteranno alla fine un obiettivo sudato.

Con la scadenza del 27 giugno ancora lontana, i promotori, che fanno riferimento al cosiddetto comitato per il «no» hanno focalizzato ieri lo stato dell'arte della «raccolta», senza lesinare frecciatine e battute verso un Centrodestra stranamente silente, eccezion fatta per alcuni suoi capipopolo. E rimandando al mittente certe etichette politiche affibbiate, a loro avviso, con troppa leggerezza. «È improprio ­ ha ricordato ieri l'avvocato Bruno Malattia ­ parlare di iniziativa del Centrosinistra. Intanto va ricordato che non c'è Rifondazione comunista, che sulla legge in questione ha votato col Centrodestra, e che comunque una gran parte di chi ha firmato si identifica con la società civile.

Evitiamo di dire che questo è un voto per il Centrosinistra, è semplicemente una maniera per dire, a voce alta che i cittadini del Friuli Venezia Giulia non vogliono essere nè i figli di un Dio minore nè gli "zombie" del panorama elettorale». La partecipazione schiettamente popolare, del resto, è ribadita dal fatto che la maggior parte delle firme risultano essere state raccolte nei classici «banchetti» disposti nei Comuni regionali, non sempre e non solo a cura degli apparati dei partiti. «In effetti - conferma il capogruppo diessino al Consiglio regionale, Alessandro Tesini - la parte del leone finora l'ha fatto proprio l'approccio diretto, con quei banchetti che manterremo comunque in essere con iniziative eclatanti, come quella del "Referendum day- dell'8 giugno, che al mattino attiverà una maxi-raccolta firme su scala regionale, e lo spettacolo musicale di domenica 19 a Udine, al Parco del Cormor. Di sicuro, a questo punto - sottolinea Tesini - dovranno essere più produttivi anche gli amministratori, dai consiglieri regionali in giù...».

Quanto ai dati numerici, ancora ufficiosi e oscillanti, l'ultimo dato disponibile parlava di 6000 firme raccolte a Trieste, 4000 a Gorizia, 9000 a Udine e 5000 a Pordenone, ma è perfettibile per difetto. «Di sicuro - ha incalzato Tesini - non esiste quella raccolta squilibrata di cui ha parlato qualcuno, non esiste una parte della regione che voglia di più o di meno quella legge, è una deformazione pacchiana». L'ultimo affondo, legato a una battuta dei deputati forzisti Saro e Romoli, che avevano parlato di necessità di assicurare al candidato in pectore del centrosinistra per le «regionali» 2003, Riccardo Illy, una legge su misura, arriva ancora dall'avvocato Malattia. «Credo si tratti di un'ironia modesta, trasformatasi in indebita supponenza. Illy sembra essere diventato ormai il fantasma che grava sulle loro teste, per ricordare gli errori commessi... E non credo, al riguardo che una campagna pubblicitaria, per quanti soldi vogliano spendere, possa bastare a coprire la vergogna che rappresenta questa legge».

Furio Baldassi