Il Piccolo 03-02-2002
Bomben: «Siamo a favore di un presidente eletto, sul resto si può discutere»
TRIESTE - Berlusconi avrebbe dato l'ok alla bozza della nuova legge elettorale del Friuli-Venezia Giulia. Ma «avrebbe» non ha lo stesso significato di «ha», e in assenza di dichiarazioni dirette, e non presunte e, forse, abilmente divulgate, il fronte degli oppositori resiste. E l'opposizione sta di casa nel Friuli Occidentale. Il direttivo provinciale pordenonese di Forza Italia, riunitosi ieri mattina, è concorde sulla necessità, innanzitutto di un approfondimento rispetto ai contenuti della bozza approvata dalla commissione, e propone la realizzazione di un sondaggio tra i cittadini per saggiarne l'orientamento.
Il primo a ritenere che un "presidenticchio" risulterebbe perdente nel confronto con i "governatori", del resto, era stato Michelangelo Agrusti, nella sua prima intervista quale coordinatore provinciale. Una legge elettorale che puntasse in una direzione diversa da quella dell'elezione diretta del presidente della regione, avrebbe mostrato il fianco all'indizione di un referendum e alla nascita di un fronte presidenzialista e di un «Segni locale» che avrebbe avuto facile gioco nella successiva competizione, le regionali del 2003. La chiave di lettura rimane la stessa, e gli azzurri pordenonesi sostengono ancora la necessità di avere «un presidente eletto - spiega Adriano Bomben -. Altri aspetti possono, invece, essere discussi, opportuni correttivi possono essere apposti alla legge in vigore per le elezioni ordinarie», come la quota proporzionale, il listino, l'incompatibilità tra l'elezione a consigliere e la nomina ad assessore».
«La legge elettorale - spiega Mario Della Toffola, vice coordinatore e responsabile comunicazione del partito provinciale - non può essere esclusivamente una questione interna a Forza Italia, privata di un confronto con l'esterno, con i sentimenti del corpo elettorale. Una visione di questo genere sarebbe miope e dannosa per la politica di questa regione». Ecco, dunque, la necessità di un approfondimento che trovi elementi di giudizio anche in un sondaggio tra gli elettori. Su queste posizioni il direttivo è compatto. E sono cadute nel vuoto le interferenze "udinesi" dell'onorevole, e coordinatore provinciale, Ferruccio Saro che, si dice, abbia convinto al proporzionalismo solo Franco Dal Mas, unico assente alla riunione di ieri alla quale ha partecipato, e per la prima volta, la new entry Isidoro Gottardo, del Cpr.
Rispetto al più volte citato placet di Berlusconi alla legge che indica, ma non elegge, il presidente della regione, c'è poi chi rileva l'incongruità di tale posizione. Se è vero che è l'Italia ad andare speditamente verso l'elezione diretta del presidente del consiglio, può essere davvero che lo stesso presidente del consiglio benedica una legge che va esattamente da un'altra parte?
e.d.g.