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Il Piccolo 10-01-2002

Legge elettorale, via libera al proporzionale

Avrà premio di maggioranza e «mini-listino»

TRIESTE - Il gruppo regionale di Forza Italia, Ccd e Cpr ha rilanciato ieri, riunitosi a Udine, il tema della riforma elettorale, che qui vorrebbe imperniata ­ secondo una posizione sostanzialmente condivisa dalla Lega - su un «proporzionale» corretto da un premio di maggioranza.

I «centristi» - presenti i forzisti Ariis, Asquini, Staffieri e Stefanoni, i cicidì Marini, Sasco e Vio e, per i federati del Cpr, Molinaro - si sono soffermati ad approfondire soprattutto il punto riguardante l'elezione del presidente. Laddove nelle altre Regioni vige un «mix» di proporzionale e di maggioritario con l'elezione diretta del presidente da parte dei cittadini, qui viene tuttora prospettata l'ipotesi di un mini-listino in cui inserire i candidati presidenti delle coalizioni in lizza: il più votato sarebbe di fatto presidente in quanto il neoeletto Consiglio sarebbe tenuto a rispettare il responso elettorale, e il secondo - quale leader della più forte coalizione d'opposizione - sarebbe comunque eletto consigliere.

L'ipotesi verrà ulteriormente verificata domani dallo stesso gruppo consiliare per essere oggetto lunedì prossimo, presente il presidente Tondo, di un confronto fra tutte le forze della maggioranza. E ciò in vista della riunione della competente commissione consiliare che il presidente Beppino Zoppolato ha convocato per l'indomani. Ma fin d'ora i «centristi» osservano che l'elezione a consiglieri dei due candidati presidenti più votati esalterebbe il ruolo paritario del leader della maggioranza e di quello dell'opposizione; e che la loro proposta, fortemente innovativa, sarebbe comunque di tipo «presidenzialista», sia pure moderata dall'esaltazione in positivo del ruolo del Consiglio regionale: da una parte esso sarebbe obbligato a prendere atto del responso elettorale, ma dall'altra potrebbe assumersi la responsabilità di sostituire il presidente quando non fosse in grado di proseguire il mandato per un personale impedimento o per un voto di sfiducia da parte di una coalizione capace di costruire un'alleanza alternativa.

Anche An, secondo i «centristi», dovrebbe sentirsi appagata da questa soluzione in chiave presidenzialistica: non si tratterebbe di un regime propriamente presidenziale, ma dal punto di vista politico ne avrebbe tutti i connotati. E alle opposizioni verrebbe comunque proposto, così, un modello elettorale che rimette direttamente ai cittadini la scelta della maggioranza di governo e del presidente, in quanto il loro voto non equivarrebbe a una delega in bianco al nuovo Consiglio perché poi in aula elegga chissachì.

Giorgio Pison