Il Piccolo 13-11-2001
Dibattito sempre aperto nella Cdl sul futuro testo: decisa la consultazione dell'avvocato Marpillero
Novità per il presidente: si vorrebbe indicarlo all'inizio d'una mini-lista
TRIESTE - Liscia, gasata o presidenziale? La Regione si arrabatta per trovare la sua prossima forma di governo, ma per il momento non riesce a uscire da autentiche mostruosità di scuola paleo-democristiana. Niente di strano, dunque, se una parte della Casa delle libertà ha deciso di rivolgersi per l'ennesima volta a un esperto vero, l'avvocato Marpillero di Udine, per farsi dare una dritta sulla futura legge elettorale. Emozionati come tanti scolaretti e pronti a imparare, esponenti di Forza Italia, del Ccd e del Cpr della diaspora a destra (Gottardo, per capirsi meglio) hanno varcato ieri mattina la soglia del professionista udinese.
E qualcosa di nuovo, anche se tutto da definire, a onor del vero è venuto fuori. Gli esponenti presenti ieri nello studio del legale sono alla ricerca, dichiaratamente, di un qualcosa di più incisivo rispetto alla bozza Zoppolato-Molinaro attualmente in circolazione. Un rilievo, quest'ultimo, che a quanto pare riguarda in prima battuta l'indicazione del presidente. Pur continuando a respingere l'ipotesi dell'elezione diretta, i componenti della Cdl stanno prefigurando un'ipotesi ad essa molto vicina. Nel dettaglio: il candidato alla presidenza della Regione verrebbe indicato come primo nome sulla scheda elettorale, seguito da un mini-listino di 2-4 candidati che, in caso di vittoria, si troverebbero automaticamente promossi a consiglieri regionali.
Se l'ipotesi potrà attecchire e manifestarsi sotto forma di bozza lo sapremo solo tra due - tre settimane, secondo i tempi indicati dagli stessi interessati. I nodi da sciogliere, comunque, sono ben altri. A quanto pare ieri si è parlato anche di un argomento di estrema spinosità per il centrodestra, che non vuol cedere alla sinistra il monopolio di certe tematiche. E' il caso della tutela della minoranza slovena, che si sente tuttora mortificata per la mancanza di un seggio «garantito»in seno all'assise regionale. I primi accertamenti, peraltro di parte, avrebbero accertato l'incostituzionalità di tale ipotesi.
Di qui, dunque, la complicata ricerca di una forma di garanzia rappresentativa diversa. E, contestualmente, anche di nuovi scenari sul fronte delle pari opportunità e di una rappresentatività, quella femminile, sempre più ridotta e messa in discussione.
f.b.