Il Messaggero Veneto 07-11-2001
Il comitato ristretto ha licenziato ieri il progetto definitivo Zoppolato-Molinaro per la riforma elettorale
Il candidato sarà eletto con la doppia preferenza. Premio fino a 39 consiglieri
TRIESTE - Una legge elettorale nuova di zecca, ma già piuttosto vecchia nell 'impianto tanto da autorizzare l'ipotesi che l'opposizione chiami la popolazione a pronunciarsi con un referendum. Dopo mesi di confronti, il comitato ristretto della quinta commissione ha definito il testo di riforma, con norme che riguardano la legge elettorale, la forma di governo, e i referendum. Assodate da settimane le scelte di fondo (sistema proporzionale, indicazione del presidente della giunta, premio di maggioranza e soglia di sbarramento) il testo, a firma del presidente della commissione, il leghista Beppino Zoppolato, e del consigliere del Cpr Roberto Molinaro, fissa alcuni punti critici a partire dal tipo d'indicazione del presidente: ogni forza politica, prima delle elezioni, depositerà all'ufficio elettorale il proprio simbolo, quello della coalizione, e l'indicazione del presidente.
Sulla schede compariranno i due simboli (con un motto per la coalizione), ma non il nome del candidato presidente. È prevista la doppia preferenza, sistema che, oltre a consentire di votare per il candidato presidente e per un secondo consigliere, permette un inserimento più facile di un candidato donna. La soglia di sbarramento è del 5%, ma si tratta d'una quota trattabile, e il premio di maggioranza varierà in relazione ai risultati: sarà di 33 consiglieri se la coalizione vincente avrà ottenuto meno del 40% dei suffragi, 36 per risultati superiori al 40 per cento.
In ogni caso nessuna, coalizione potrà avere più di 39 consiglieri, per equilibrare il rapporto fra maggioranza e opposizione. Il presidente della giunta sarà votato dal consiglio, su proposta di 20 consiglieri, e toccherà al presidente stesso designare i membri della giunta: questa è una delle novità, poiché il consiglio potrà solo dire sí o no alla squadra proposta. La giunta non potrà essere composta da piú di 10 assessori, non piú di 3 potranno essere esterni, vale a dire non eletti nel consiglio regionale, e almeno un componente dell'esecutivo dovrà essere una donna. Non saranno possibili crisi al buio: il testo prevede la cosiddetta "sfiducia costruttiva": il consiglio, prima di sfiduciare la giunta, dovrà avere già pronta un'alternativa.
Con lo stesso voto si farà decadere il vecchio governo, e si eleggerà la nuova amministrazione, senza bisogno di ritornare alle urne. Il testo prevede anche la possibilità di iniziative di legge popolari, referendum propositivi e consultivi. Niente da fare invece per il seggio garantito alla minoranza slovena, considerato, non compatibile con le prerogative costituzionali della regione: soprattutto su questo punto però la maggioranza ha auspicato un accordo con il centro sinistra per trovare norme che comunque facilitino l'ingresso di un membro della minoranza in consiglio. Il progetto verrà esaminato dal comitato ristretto il prossimo 12 novembre.
Alessandro Martegani