Il Piccolo 16-09-2001
«Si va verso il proporzionale, ma l'indicazione del presidente dovrà essere chiara. E il ruolo che ricopre il Consiglio non può essere sottovalutato»
Travanut: «No a un premio di maggioranza eccessivo»
TRIESTE - Dalla chiusura totale alla scelta proporzionalista, in favore della legge nazionale maggioritaria, alla battaglia in aula per migliorare il prossimo sistema elettorale del Friuli-Venezia Giulia. È quello che si apprestano a fare i Democratici di sinistra. «Lavoreremo per migliorare e correggere la bozza, per altro non ancora disponibile, preparata dalla maggioranza - spiega Renzo Travanut, componente per i Ds della quinta commissione preposta alla nuova legge elettorale -. La proposta è firmata da Roberto Asquini (consigliere di Forza Italia che si è occupato della stesura "politica" del testo, ndr) che, per come l'ha redatta, andrebbe rimosso dalla carica. Gli uffici la stanno correggendo, o meglio riscrivendo, dalle cose incredibile che riporta. Come gruppo lavoreremo sul testo che arriverà in aula per apportarvi contributi e correzioni».
Da una parte, quindi, la Quercia prende atto del sistema alla «tedesca», ma dall'altra cerca di strappare alcuni punti di principio: «Dovrà essere stabilita una maggioranza certa - spiega Travanut - e una presidenza, anche se solo indicata, mentre bisognerà favorire la presenza in Consiglio dei partiti minori. A tale proposito non ci potrà essere un eccesso nel premio di maggioranza, quando in tutta Italia non supera il 20%». Paletti che devono fare i conti sia con la Cdl sia con l'Ulivo, non monolitico nella scelta della legge elettorale.
«Come Ds tenteremo a gennaio, quando la proposta di legge arriverà in aula, anche di riequilibrare i valori all'interno dell'aula - sottolinea Travanut - in quanto la nostra Regione potrebbe risolvere, con dei correttivi, il problema sollevato a livello nazionale sugli eccessivi poteri del governatore. Da An alla sinistra si concorda su questa stortura, tanto che esiste una relazione del Censis a riguardo. Bisogna studiare i contrappesi necessari affinché non venga snaturato l'importante ruolo del Consiglio».
Un percorso complesso, che va a sovrapporsi alla già ingarbugliata situazione della legge elettorale, alla quale però i Ds non vogliono rinunciare. A tale proposito il 27 settembre il partito della Quercia, presente l'assessore dell'Emilia-Romagna Vandelli, organizzerà un convegno per delineare questa proposta. Un ragionamento che richiede un consenso molto ampio e che non verrà comunque portato in discussione nella riunione della quinta commissione, fissata per martedì prossimo. Limitare i poteri del governatore non significa per i Ds abbandonare una forma di presidenzialismo che, nella sostanza delle prossime battaglie, trova riscontro paradossalmente solo in An.
«Purtroppo An si è arresa alle indicazione della maggioranza - sottolinea Travanut - ma per noi resta il principio fondamentale, più che nelle altre Regioni, di poter contare su alcune certezze. Bisogna capire che il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Regione a statuto speciale, è una specie di sottosegretario agli Esteri. Nei rapporti con i Paesi vicini non si può essere in balia delle segreterie dei partiti».
Pietro Comelli