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Il Piccolo 05-09-2001

Dal conclave di Moggio Udinese il partito di Fini esce con una posizione irrigidita. Eppure Ritossa fa capire di essere disponibile a cedere qualcosa

Legge elettorale, An vara il «semipresidenzialismo»

TRIESTE - Dalla «giornata di studio» svoltasi ieri a Moggio Udinese esce, almeno sulla carta, una posizione più rigida sul presidenzialismo da parte di Alleanza nazionale. «Il cittadino deve trovare sulla scheda: presidente, coalizione, lista con candidato», si legge nel documento del partito a firma di Adriano Ritossa. È lo stesso capogruppo consiliare di An, però, a spiegare questo «cambio di rotta», dopo le dichiarazioni possibiliste su una limatura delle tesi presidenzialiste.

«La nostra è una forzatura di carattere politico, siamo a metà strada della nuova legge elettorale», spiega Ritossa facendo intendere che, in pratica, An spara alto per ottenere il massimo possibile. Accetta il proporzionale, ma fissa uno sbarramento al 5%, chiede un premio di maggioranza alla coalizione che supera il 40% dei consensi (35 consiglieri più il presidente), che favorisce le aggregazioni. Non è maggioritario ma poco ci manca.

Il seminario ha inoltre detto «no» agli assessori esterni, ai consiglieri temporanei, al triplo mandato dei sindaci e vuole riflettere sulla compatibilità tra consigliere regionale e sindaco di comuni minori, mentre accetta del «modello tedesco» la sfiducia costruttiva purché ci sia l'indicazione di una maggioranza, una giunta e un programma alternativo. Se «non è una prova di forza», come aveva dichiarato Ritossa, i quadri dirigenti del partito di Fini in regione hanno voluto comunque ribadire il proprio presidenzialismo e dettare delle condizioni ben precise.

Un modello che, a parte le simpatie dei Ds per la legge maggioritaria nazionale, nessun partito rappresentato in Consiglio regionale vuole istituire. A cominciare da Forza Italia che, riunitasi ieri a Udine con il comitato ristretto dei cinque, ha stabilito tre punti fermi e categorici.

«Lo sbarramento dovrà essere del 5% - spiega il triestino Bruno Marini - e il nome del presidente non comparirà sulla scheda, bensì verrà depositato assieme al programma. Non ci dovrà inoltre essere alcun listino dei cosiddetti capilista, in quanto i consiglieri verrebbero divisi in quelli di serie A, che non devono correre per essere eletti, e di serie B, costretti alla lotta delle preferenze». Una bozza che nei prossimi giorni verrà scritta da Roberto Asquini, per poi venire portata (come anche quella di An) alla prima riunione della commissione competente, presieduta dal leghista Beppino Zoppolato.

Pietro Comelli

Anche Fi detta i punti categorici: sbarramento al 5%, scheda senza nome del leader della coalizione (depositato però assieme al programma) e niente capilista