Il Piccolo 26-06-2002
Da un convegno alla Stazione Marittima nuovi segnali del ruolo assunto nel comparto dal Friuli Venezia Giulia
Amministratori da tutta Italia per studiare i benefici insiti nella legge 14
TRIESTE - Il Friuli-Venezia Giulia, in materia di opere pubbliche, è il laboratorio legislativo più all'avanguardia del Paese. E' questo il dato emerso con evidenza ieri, nel corso del convegno nazionale sulla «Disciplina dei lavori pubblici», che ha visto riunirsi, nella sala più ampia del Centro congressi della Stazione marittima, i più grandi esperti del settore a livello italiano. La Regione sta funzionando infatti da apripista, avendo elaborato per prima una normativa in materia. «Al Friuli-Venezia Giulia, per norma statutaria - ha affermato l'assessore regionale Federica Seganti, titolare della delega sulle opere pubbliche - è attribuita competenza legislativa primaria, con i limiti costituzionali del rispetto delle norme fondamentali di riforma economico sociale, dei principi della legislazione dello Stato e degli obblighi dello Stato stesso».
La legge regionale, che è stata di fatto al centro dell'intera giornata dei lavori dei convegnisti, è la n.14 di quest'anno ed è intitolata «disciplina organica dei lavori pubblici». «La sua impostazione è improntata a criteri di snellimento procedurale e di semplificazione dell'azione amministrativa, ma al tempo stesso anche di efficacia, con l'obiettivo di accelerare la spesa - ha proseguito la Seganti - comprimere i tempi di realizzazione delle opere e in definitiva soddisfare in tempi ragionevoli i bisogni della collettività".
L'assessore non ha mancato di formulare anche qualche critica: «Il quadro normativo nazionale si presenta quindi ancora incompiuto e disattende la richiesta di stabilità e certezza", sottolineando dall'altra parte la capacità delle diverse regioni attente al problema di coordinarsi fra loro: «esse hanno costituito un gruppo tecnico di coordinamento per la predisposizione di una legge regionale tipo in materia di lavori pubblici nell'ambito di 'Itaca', cioè l'Istituto per la trasparenza, l'aggiornamento e la certificazione negli appalti, all'interno del quale - ha aggiunto - il Friuli-Venezia Giulia è stato protagonista, per aver contribuito da subito con una proposta di articolato, sviluppato al proprio interno sulla base di un processo di revisione complessiva della materia sufficientemente maturo, che è risultato essere la prima vera occasione di confronto fra le Regioni».
L'assessore regionale ha poi cercato di individuare gli autentici punti di forza della nuova normativa: «Innanzitutto l'organizzazione della pubblica amministrazione - ha sottolineato la Seganti - in quanto viene ridefinita la figura del responsabile unico del procedimento, in modo da adeguarne il compito alla realtà locale. Poi la programmazione dei lavori pubblici, che viene improntata ai principi di snellimento delle procedure e di efficienza dei risultati. E ancora le procedure e i criteri di affidamento dei lavori pubblici - ha precisato l'assessore - perché la legge tratta delle procedure di scelta del contraente e introduce puntuali riferimenti al modello comunitario.
Di notevole rilievo - ha detto ancora la Seganti - le novità in tema di procedure di affidamento degli incarichi di progettazione, dove la legge regionale pone particolare attenzione alla progettazione, della quale ne riconosce la centralità, ma ne organizza le attività con un respiro ben ampio rispetto alla oramai pre vigente legge nazionale. Di estrema importanza - ha concluso la Seganti - l'aspetto che concerne la gestione dell'appalto, in quanto è stata rivisitata l'impostazione delle varianti, rispetto al quadro normativo nazionale, con due significativi interventi. Con il primo, si specifica che non costituiscono varianti gli adattamenti rientranti nella competenza del direttore dei lavori, con il secondo si introducono significative modifiche all'utilizzo dei ribassi d'asta e delle somme residue accantonate per imprevisti».
Ugo Salvini