Il Gazzettino Veneto 06-10-2001
Ancora incerto l'esito della battaglia per la guida di Autovie Venete. Emerge il nome di Franco Soldati
Il presidente resiste: domani nominerà sei nuovi consiglieri. Intanto consulta il ministero
Trieste
La battaglia continua. E i giocatori di questo risiko chiamato Autovie, avvertono che ogni mossa si fa sempre più pericolosa, al limite dell'azzardo. Giancarlo Elia Valori, il presidente schiaffeggiato dalla Regione, resiste e rilancia: domani mattina i sei membri del consiglio di amministrazione rimasti in carica prenderanno atto delle dimissioni degli altri sei, ma un attimo dopo provvederanno anche a sostituirli. E la Regione che fa? Per il momento nulla, perché considera decaduto il cda e Valori e gli altri cinque più o meno usurpatori di cariche e funzioni che da mercoledì non hanno più. Tutte le porte dunque sono aperte, e più di tutte quelle dei migliori studi legali, non solo del posto.
La prossima mossa dunque la fa Autovie. Domani mattina Valori, Luciano Leonardelli (vice presidente), Giovanni Tassan Zanin (amministratore delegato), Giuliano Luchini, Cesare Strisino e Francesco Baudone si ritroveranno (probabilmente nella sede di Palmanova) e coopteranno i sei membri mancanti dall'altro ieri. Valori e Tassan Zanin sono all'opera da ieri pomeriggio per rimettere insieme la squadra. Top secret i nomi che stanno corteggiando, ma si sa che le telefonate sono indirizzate a personalità del mondo giuridico, economico ed accademico del Friuli-Venezia Giulia, «figure di alto spessore», si limita a dire Leonardelli. Perché dovrebbero accettare di far parte di un consiglio di amministrazione che il principale azionista intende gettare in mare? Semplicemente perché a chiederglielo è Valori, il presidente di Autostrade spa, uno dei più potenti «grand commis», con ottime conoscenze che vanno dal centro-sinistra al centro-destra.
Nessuno scommetterebbe nulla su come finirà la partita. Telefoni ad un assessore regionale e chiedi quali nomi circolano per il dopo-Valori? Lui risponde: «Per il dopo Valori? Perché non mi chiede i nomi per il dopo-Tondo?».
L'esito della battaglia è incerto, ma intanto qualche nome per il posto di presidente della società che gestisce le autostrade regionali circola. Il più accreditato, se davvero dovesse restare libera la poltrona, è quello di Franco Soldati, presidente dell'Udinese calcio, ma soprattutto del Consorzio dell'Aeroporto di Ronchi dei Legionari. Lui declina ogni ambizione con un semplice «non mi interessa per niente». E si parla anche dell'organigramma dell'azienda: un friulano in quota Forza Italia come presidente, due vice, uno per An e uno per la Lega, l'amministratore delegato al Carroccio. Direttore generale resterebbe Riccardo Riccardi. Un altro nome in circolazione è quello dell'ex senatore leghista Rinaldo Bosco, magari per una vice-presidenza.
Ma in che maniera i nuovi arrivi potrebbero trovare campo libero? Valori e i suoi non mollano, e la Regione non sembra ancora pronta per l'atto estremo, quello della revoca formale: il rischio giudiziario è altissimo sul piano della legittimità dell'atto (che necessita della giusta causa), e su quello degli eventuali risarcimenti. «Non c'è bisogno di revocarli», spiega Pietro Arduini, assessore alle Finanze, «semplicemente perché sono decaduti». Eppure, facciamo notare, statuto di Autovie e Codice civile dicono che il cda decade se "viene a mancare la maggioranza degli amministratori in carica", dunque sei dimissioni su 12 non bastano. «Allora risponda a questa domanda: i sei rimasti hanno la maggioranza? No. Dunque per noi sono decaduti». Da qui la probabile stura a ricorsi e cause giudiziarie. Valori intanto ha dalla sua il parere di Antonio Baldassarre, ex presidente della Corte Costituzionale e quelli di esperti del ministero del Tesoro.
Lunedì mattina Autovie sarà al centro di una difficile (e infuocatissima) riunione della giunta regionale a Udine. Nel pomeriggio ancora una mossa di risiko, a Trieste: la continuazione dell'assemblea dei soci di Autovie.
Antonio Caiazza