Il Piccolo 16-09-2001
Dall'analisi dei depositi bancari nell'ultimo anno dei residenti in provincia emerge un inatteso calo del 6 per cento
Cormòns al 37° posto in regione, mentre Gradisca è scivolata al 48°
L'Isontino si scopre più povero. Il costo della vita aumenta e i risparmi calano. E anche sensibilmente. Nell'arco dell'ultimo anno i depositi bancari dei residenti fuori Gorizia sono calati mediamente del 6 per cento. Se sino al settembre del 2000 il deposito medio bancario pro capite si aggirava sui 15 milioni 400mila lire, oggi la somma è scesa a 14 milioni 476mila lire: praticamente un milione «volatilizzato» in soli dodici mesi. Ed è un dato sorprendente anche alla luce dell'eccezionale exploit che ha visto protagonista Gorizia città.
Nel capoluogo di provincia ogni abitante ha, in media, 25 milioni e 400mila lire in banca contro i 22 milioni e 600mila di appena un fa. I risparmi sono quindi saliti in un sol botto del 12,5 per cento. In regione Gorizia siede al settimo posto della speciale classifica dei Comuni più «risparmiosi» preceduta da Manzano (48 milioni e 500mila pro capite), Udine (35,4 milioni), Palmanova (33,7 milioni), Pordenone (31,7), Trieste (27) e Spilimbergo (25,9). Le note dolenti, come detto, arrivano dai paesi dell'Isontino. Una realtà fotograta dall'osservartorio della Fondazione Cref (Centro di ricerche economiche e fondazioni) che ha rielaborato gli ultimi dati della Banca d'Italia.
Cormòns è appena al 37mo posto della classifica dei depositi bancari in regione. Il risparmiatore cormonese «vanta» oggi 14 milioni 900mila lire in cassaforte: un anno fa il capitale era quasi di 16 milioni. Il calo è stato dunque del 6,6 per cento. E Gradisca d'Isonzo? Ancora peggio. Siede nelle retrovie, precisamente al 48mo posto preceduta da Casarsa della Delizia e da Aviano. Anche qui la variazione rispetto all'anno passato è negativa: si è passati dai 14 milioni e 900 mila lire di dodici mesi fa ai 14 milioni e 100 attuali (meno 5,5 per cento). Lo studio della Fondazione Cref non prende in esame i dati relativi ai paesi con meno di tre sportelli bancari sul suo territorio.
Anche se, per l'Isontino, abbozza una media. Che, guarda caso, è anch'essa negativa. La media regionale è di 21 milioni e 700mila lire pro capite che scende clamorosamente a 14 milioni 476 mila nell'Isontino, esclusa la «ricca» Gorizia naturalmente.
Ma come vengono investiti questi capitali? L'Isontino non di discosta molto da quanto avviene a Gorizia. I risparmiatori danno fiducia alle banche ma investono il proprio denaro su fondi «tranquilli»: obbligazionari, misti o monetari.
Francesco Fain