Il Messaggero Veneto 09-04-2002
La giunta presenta il piano. L'Assindustria: non siamo stati consultati
TRIESTE - Uno strumento strategico, "patrimonio di tutti e percorso politico fondamentale di fine legislatura", la legge sulla ricerca e l'innovazione illustrata ieri a Udine. Almeno nelle intenzioni della giunta regionale, perché il mondo dell'impresa ieri si è detto deluso dal fatto di non essere stato reso partecipe della prima stesura della bozza. «Se la chiave dello sviluppo, in una società dell'informazione e della competizione globale è la conoscenza, il vantaggio competitivo della nostra regione sta proprio nell'alta concentrazione, sul territorio, di centri di ricerca in cui coniugare la produzione della conoscenza tecnologica avanzata con il momento del suo utilizzo», ha detto il presidente Tondo, incontratosi assieme alla vicepresidente Alessandra Guerra e agli assessori Sergio Dressi, Pietro Arduini, Giorgio Venier Romano, con esponenti della maggioranza (il forzista Adino Cisilino, Isidoro Gottardo e Claudio Violino, capigruppi di Cpr e Lega), delle Università (il rettore udinese Fulvio Honsell e il professor Claudio Sambri per l'ateneo triestino) dell'Area Science Park (il direttore Mirano Sancin), di Friulia (il presidente Franco Asquini e Dino Cozzi, presente però come capo del pool che ha elaborato il provvedimento), sotto la regia dal portavoce Alessandro Colautti.
Ma dal comparto industriale, non contattato, si levano osservazioni, e un po' di malumore per il mancato coinvolgimento nella stesura del testo, pur affidato ad esterni. I problemi riguardano soprattutto l'Agenzia per l'innovazione, vista come un possibile nuovo carrozzone, sia la scelta di tenere insieme ricerca pura e ricerca applicata. "Questa non è una legge di settore, ma di sistema, della quale ho incaricato degli amici che stimo. E' un testo degli industriali, dunque, ma anche della piccola e media impresa, e del primario, come dice la Lega. Della ricerca applicata in medicina come dell'innovazione nell'amministrazione. Per questo occorre una cabina di regia unica in cui intendiamo coinvolgere tutti", riflette Tondo.
Ma dalle componenti di maggioranza arriva l'esortazione a non dimenticare quelli che apparivano i principali destinatari della legge: "Abbiamo iniziato un percorso con alcune parti sociali ed accademiche; confido che industriali grandi, medi e piccoli possano dare contributi per una più confacente autorità legislativa", nota Cisilino. Violino è più esplicito: "Tondo ha sicuramente sbagliato nel non convocare anche gli industriali, mi auguro che non sia una dimenticanza voluta. Comunque dovremo sentire al più presto le categorie, nel secondario come nel primario".
Grande soddisfazione viene espressa dal rettore dell'Università di Udine Furio Honsell: "Una legge molto positiva. Mi riferisco in particolare al capo II, che prefigura modalità nuove per raccordare mondo accademico e sistema della ricerca alle realtà economico produttive. E anche al capo III, che prevede laboratori misti e ben si integra con le nostre riflessioni sugli "incubatori di primo miglio" per l'imprenditoria. E' un modo nuovo per far lavorare assieme i tre attori principali dell'innovazione: ricerca, sistema finanziario e mondo economico".
Un significativo distinguo lo esprime invece l'assessore all'Industria Sergio Dressi: "Riunione costruttiva: gli obiettivi sono condivisi, forse gli strumenti possono essere diversi. Come alternativa all'Agenzia vedrei bene un tavolo della concertazione. E penso a una programmazione della ricerca inserita in legge, con una ricognizione approfondita dello stato dell'arte nella nostra regione rispetto agli scenari, anche legislativi, nazionali ed europei. Uno strumento tecnico aggiornato annualmente, capace di indirizzare la politica della ricerca".
"Comunque questa è una legge che si rivolge a tutti i settori, che coinvolgerà tutti, e in cui il sottoscritto rappresenterà bene gli interessi degli industriali", conclude Dressi. "Sono fiducioso: entro l'estate dovremmo riuscire ad approvarla".